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Annali di Storia moderna e contemporanea – Nuova serie

Rivista dell'Università Cattolica

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Fascicolo 3/2015

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  • Fascicolo 7/2019-2020

    Sommario Anna Maria Lazzarino Del Grosso – Libertà e costituzionalismo. Giornata di studi in onore del professor Robertino Ghiringhelli Saluto Fabio Rugge – Romagnosi, la formazione dei funzionari,…

  • Fascicolo 5-6/2017-2018

    [ISBN 978-88-9335-718-0] PDF Il presente numero degli Annali, che copre con un fascicolo doppio (5-6) le annate 2017 e 2018, esce con la stessa veste del…

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  • Fascicolo 4/2016

    DOWNLOAD [ISBN 978-88-9335-102-7] PDF Da questo fascicolo gli Annali hanno integrato il Comitato scientifico con i seguenti docenti: Antonio Álvarez Ossorio Alvariño, titular di Storia moderna…

  • Fascicoli precedenti il 2013/1

    La prima Serie dei Fascicoli di Annali di Storia moderna e contemporanea, disponibile in formato cartaceo, è reperibile sul sito ufficiale della casa editrice Vita e Pensiero…

Annali di storia moderna e contemporanea | fascicolo 2013/1DOWNLOAD [ISBN 978-88-9335-102-7] PDF
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Questo fascicolo degli Annali si apre con un doveroso e sentito ricordo di uno dei più sottili attori e studiosi della vita culturale e civile dell’Italia democratica: Arturo Colombo (1934-2016). Professore emerito di storia delle dottrine politiche nella “sua” Università di Pavia, editorialista del “Corriere della sera”, interprete, ma prima studioso acuto e critico, delle idee del Risorgimento e della tradizione cattaneana e mazziniana, è stato un continuo punto di riferimento per gli storici delle giovani generazioni. Fra di loro mettiamo con orgoglio e riconoscimento anche il gruppo degli “Annali”. Difatti, nell’ormai lontanissimo autunno del 1994 quando Cesare Mozzarelli lanciò l’idea di un annale storico dell’allora Istituto, lo convinsi a consultare il professor Colombo per come aprire la rivista anche agli storici del pensiero e delle istituzioni favorendo quell’ampio ventaglio tematico e diacronico che consentiva di aprire nuovi versanti di studio e di fornire ai giovani ricercatori la possibilità di presentare le loro ricerche. Arturo Colombo riassunse il tutto con il suo solito umorismo costruttivo con la frase «è meglio seguire solo la strada segnata o cercare di scoprire ed aiutare a tracciare nuovi sentieri?».
E proprio rammentando i suoi insegnamenti vogliamo continuare ad averlo qui con noi ricordando i suoi principali scritti e contributi.
Questo fascicolo della rivista contiene, come al solito, la sezione Saggi, quella dedicata a Personaggi del Novecento italiano, Oikonomica, Materiali e Argomentando.
Sottolineo qui come in Materiali siano riportati contributi che sono il frutto degli interventi e delle discussioni al Convegno su «Cittadini e cittadinanza dallo Stato nazione all’Europa unita», tenutosi a Milano in Università Cattolica il 30 gennaio 2015 e frutto della collaborazione tra gli storici delle dottrine e delle istituzioni politiche, gli studiosi di scienza politica e quelli di filosofia politica.

 

Sommario


Saggi

DOWNLOAD dell'articolo Francesca Russo, Politics, power and republicanism in Florentine Renaissance: Donato Giannotti.
History of the edition and of the European circulation of his essay upon venetian constitution
Il mio saggio è dedicato principalmente al Libro della repubblica de’Vinitiani, pubblicato nel 1540 da Donato Giannotti a Roma per i tipi di Blado. Giannotti fu un importante testimone della tradizione repubblicana fiorentina. Nato a Firenze nel 1492, egli studiò presso i grandi maestri dell’umanesimo, fra i quali Francesco Cattani da Diacceto e Marcello Virgilio Adriani. Da Diacceto ereditò una profonda conoscenza per la filosofia aristotelica, che fu fondamentale per i suoi scritti politici L’incontro con Niccolò Machiavelli, avvenuto nelle riunioni che si svolgevano presso i giardini di casa Rucellai si rivelò anche determinante per la formazione del giovane Donato. L’ex Segretario fiorentino divenne suo amico e suo riferimento culturale. Egli fu profondamente influenzato dai Discorsi, letti nel contesto degli Orti Oricellari. Giannotti, a differenza di Machiavelli, aveva una grande ammirazione per il sistema istituzionale veneziano, essendo la “Serenissima” un modello contemporaneo di repubblica. Decise quindi di soggiornare nella città e presso l’ateneo patavino e di scrivere il Libro de la repubblica de’Vinitiani, dedicato al funzionamento delle magistrature della città lagunare. Questa fu l’unica opera pubblicata durante la vita dell’autore. Ebbe molte edizioni nella penisola italiana e numerose traduzioni in lingua tedesca, di cui si dà conto nel saggio. La prima traduzione fu pubblicata da Hans Kilian nel 1557, quando ancora Giannotti era in vita. Venne anche data alle stampe nel 1631 in latino a Leida, divenendo fruibile per un pubblico europeo. Non mancarono infatti un’edizione in olandese e citazioni nel mondo culturale britannico.
Giannotti scrisse molte altre opere delle quali si dà brevemente cenno in questo scritto. Tra le maggiori si ricorda Della repubblica fiorentina, proposta costituzionale per Firenze, alla quale l’autore lavorò in differenti redazioni. Naufragato un progetto di edizione francese per cura di Jacopo Corbinelli, anche per l’esitanze dell’autore stesso, l’opera venne pubblicata solo nel 1721.
Giannotti fu Segretario dei Dieci nell’ultima repubblica fiorentina (1527-1530). In seguito alla sconfitta del fronte repubblicano decise, dopo un periodo in carcere e qualche incertezza, dettata dalla speranza che Clemente VII potesse dare un ordine accettabile alle istituzioni fiorentine, di aderire al nutrito fronte del fuoriuscitismo e di concludere la sua vita in esilio. Mantenne però un costante interesse per le vicende storico-politiche fiorentine e toscane, nonché l’impegno a propagandare i valori ed i simboli del repubblicanesimo italiano. Questo saggio trae origine dalla mia relazione tenuta nell’ambito della sessione organizzata dalla prof.ssa Suzanne Magnanini (University of Colorado) nell’ambito della conferenza annuale della Sixteenth Century Society (Vancouver, 24 ottobre 2015).
Parole chiave: Donato Giannotti; tradizione repubblicana; esuli fiorentini; storia di Firenze; Costituzione mista negli Stati tedeschi; modello istituzionale veneziano; mito di Venezia.
DOWNLOAD dell'articolo Roberto Quirós Rosado, Patronato regio y clientelismo cortesano. La provisión de dignidades y beneficios eclesiásticos en la Italia de Carlos III de Austria, 1706-1714
La articulación de las monarquías ejecutivas en la transición entre los siglos XVII y XVIII tuvo un elemento característico en el progresivo control de los soberanos sobre las instituciones y beneficios eclesiásticos de sus reinos. Se trataba de un histórico proceso, en cuyo repunte influyeron condicionantes externos de honda relevancia. En el presente caso, se analizará la incidencia de un conflicto dinástico, la guerra de Sucesión española, como factor decisivo en la gestión regalista del reino de Nápoles y del Estado de Milán. A través de una mirada comparada, este complejo proceso, bajo el protagonismo del rey-emperador Carlos III/VI de Habsburgo, se observará como un continuum en la construcción de la Italia austriaca.
The articulation of executive monarchies between 17th and 18th centuries had a characteristic element. It was an historical process around the progressive royal control on the institutions and ecclesiastical benefits of its kingdoms. This paper focuses on the Spanish War of Succession as decisive factor in the administration of the regalismo in Naples and Milan. Through a comparative view, this complex process would be analysed as a continuum in the building of Austrian Italy under the reign of the King-Emperor Charles III/VI of Habsburg.
Palabras clave: Italia. Milán. Nápoles. Casa de Habsburgo. Iglesia católica. Regalismo.
DOWNLOAD dell'articoloAdelina Bisignani, Persona-valore e libertà dei moderni nella riflessione di Norberto Bobbio (1934-1965)
Il saggio analizza il pensiero politico e giuridico di Norberto Bobbio nel suo svolgimento dagli ’30 agli anni ’50 del Novecento.
Muovendo dall’iniziale interesse per la fenomenologia, Bobbio pone al centro della sua riflessione il concetto di “persona”. Nella ricerca teorica di Bobbio tale concetto resterà centrale anche nel secondo dopoguerra, quando la sua attenzione si sposterà sulle tematiche del formalismo giuridico.
The essay analyzes the political and legal thought of Norberto Bobbio in its development from the thirties to the fifties of twentieth century. Moving from initial interest in phenomenology, Bobbio is at the center of his reflection on the concept of “person”. This concept remains central even after World War II, when the focus will shift Bobbio ‘on issues of legal formalism.
Parole-chiave: Fenomenologia; Persona; diritto; politica; formalismo giuridico.

Personaggi del Novecento italiano

DOWNLOAD dell'articolo Marcello Saija, Gaetano Martino
È difficile sostenere che l’Europa di Gaetano Martino1 sia il frutto di strategie politiche contingenti dell’epoca in cui questi ricopre l’incarico di ministro degli Esteri. Il disegno che presenta e sostiene alla conferenza di Messina del 1955 (solo in piccola parte recepito dai trattati di Roma), appare piuttosto come il risultato di un lento processo di maturazione con radici risalenti alla prima formazione. È lo stimolante ambiente del collegio Pennisi di Acireale che gli procura l’immersione nella cultura classica, e, con questa, la convinzione che i parametri della civiltà occidentale siano insostituibili nel processo di modernizzazione del mondo. La famiglia e il frizzante ambiente cittadino fanno il resto.
DOWNLOAD dell'articolo Alfredo Canavero, Filippo Meda
Filippo Meda è uno di quei personaggi fondamentali nella storia d’Italia, ma che sono oggi quasi completamente dimenticati. Eppure Meda fu l’uomo che portò i cattolici dall’intransigentismo all’accettazione dello Stato liberale, fu tra i primi cattolici a divenire deputato e fu il primo cattolico ad ottenere la carica di ministro. Oppositore del fascismo, dopo l’instaurarsi della dittatura si ritirò a vita privata, ma ebbe il coraggio di difendere in tribunale Alcide De Gasperi, accusato di tentato espatrio clandestino. Trascorse i suoi ultimi anni scrivendo di vicende e personaggi del movimento cattolico in attesa del crollo del regime che però non fece in tempo a vedere. Ripercorrerne la biografia vuol dire ripensare ad un lungo periodo della storia d’Italia in cui, tra battaglie ideali e grandi sconvolgimenti epocali, si formava il mondo contemporaneo.

Oeconomica

DOWNLOAD dell'articolo Pietro Cafaro, Local banking systems on both sides of the border: High Lombardy and Ticino between the nineteenth and twentieth century
The Essay illustrates the effects on the banks System of Como and of Canton Ticino of the State border between Italy and Switzerland between XIXth and XXth centuries.
Il saggio illustra gli effetti del confine di Stato sul sistema bancario di Como e del Canton Ticino tra Ottocento e Novecento.
Parole-chiave: Banche, sistema bancario, Italia, Svizzera, confine di Stato.
Keywords: Banks, banking System, Italy, Switzerland, State Border.
DOWNLOAD dell'articolo Angelo Moioli, Capitali e imprenditori svizzeri a Bergamo tra Ottocento e Novecento
This article deals with Swiss investments in Bergamo between 19th and 20th centuries in two different ways. Taking up a distinction made by Pierre-Antoine Wavre in his work on Swiss investments in Italy, the paper aims to study the role played by foreign capital in Bergamo, hence differentiating between the concept of “direct investment” (that is, industrial or manifacturing activities) and “portfolio”, namely financial assets, in particular bonds.
Subsequently, the paper analyzes the great economic success achieved by Swiss families migrated in Bergamo like Blondel, especially thanks to the silk’s trade, and the following response of local entrepreneurs, which eventually led to the establishment of a bank owned by these latter and specialized in silk activities.
In parallel, the article coped with the crisis occurred to the Swiss entrepreneurs operating in Italy because of inability to diversify their business, as they were not able to embrace the new successful as well as more profitable sector of cotton manufacturing at the beginning of 20th century. Instead, financial capital allocated by Swiss who did not previously invested in the silk factory continued playing an important role in Bergamo’s economy.
Il saggio principalmente si occupa delle due forme di investimento attuate dal capitale svizzero in Bergamo nei secoli XIX e XX: investimenti diretti, cioè attività manifatturiere o industriali in genere, e indiretti, vale a dire partecipazioni diverse attraverso “assets” finanziari o “bonds”. In secondo luogo si analizza il grande successo economico grazie al commercio delle sete delle famiglie svizzere emigrate a Bergamo (ad esempio i Blondel) e la risposta degli imprenditori locali che arrivò a fondare una banca specializzata in operazioni legate a questo comparto economico.
Infine, l’articolo, individua nell’incapacità degli imprenditori svizzeri di cogliere i segni del decadimento della produzione serica e nell’ascesa concomitante di quella cotoniera, la causa primaria del declino.
A Bergamo un ruolo importante continuarono ad avere anche in seguito quegli uomini d’affari elvetici che avevano investito in attività puramente finanziarie.
Parole-chiave: capitale svizzero, industria serica, finanza, investimenti stranieri, Bergamo
Keywords: Swiss capital, silk industry, finance, foreign investment, Bergamo

Materiali

DOWNLOAD dell'articolo Carlo Carini, Pensieri paralleli sul cittadino: Bodin e Constant
Abbiamo due momenti teorici, in epoca moderna, in cui due importanti scrittori politici, certo ben distanziati fra loro e con finalità divergenti se non opposte, ma con argomentazioni in parte simili, hanno preso una chiara posizione per distinguere il cittadino moderno dal cittadino antico. Mi riferisco a Jean Bodin e a Benjamin Constant.
DOWNLOAD dell'articolo Gianfranco Borrelli, Dall’evanescenza del cittadino moderno alle nuove pratiche della cittadinanza di prossimità
La Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi conserva un Breviarium Parisiense (Parigi 1714), un tempo appartenuto al cardinale Giuseppe Renato Imperiali, importante funzionario dello stato pontificio. La ricerca in cataloghi on line consente oggi di recuperare molti esemplari provenienti da quella ragguardevole raccolta librario romana.
DOWNLOAD dell'articolo Gustavo Gozzi, Cittadinanza e diritti
Aristotele nella Politica si interroga, chiedendosi chi sia cittadino, e risponde fornendo due precise indicazioni: la prima relativizza il concetto di cittadino riconducendolo ai differenti contesti costituzionali e istituzionali. «È necessario, scrive Aristotele, che …il cittadino sia differente in rapporto a ciascuna costituzione» (1275 b, 5)1.
La seconda considerazione introduce invece una riflessione che affronta il fondamento di legittimazione dei diversi concetti di cittadino. Dopo aver delimitato l’ambito della sua analisi al «cittadino della democrazia», e averlo connotato in base alla sua partecipazione «alle funzioni di giudice e alle cariche» pubbliche (1275 a, 23), Aristotele osserva che «in pratica» è definito «cittadino chi discende da genitori entrambi cittadini». Ma subito dopo chiede: «quell’antenato di tre o quattro generazioni addietro, come sarà diventato cittadino?» (1275 b, 27).
Prendendo ad esempio la costituzione di Clistene del 507 a.C., che consentì l’acquisizione della cittadinanza a molti stranieri e meteci, Aristotele pone la domanda decisiva chiedendo se l’abbiano «ottenuta ingiustamente o giustamente» (1275 b, 39).
Aristotele pone dunque con chiarezza il problema del rapporto tra cittadinanza e giustizia. Ma che cos’è la giustizia in un ordinamento giuridico?
Secondo Hans Kelsen nel suo piccolo, ma prezioso libro dedicato al problema giustizia, essa è un concetto relativo2, ossia proprio di ogni specifico ordinamento giuridico. Nella forma di governo democratico il concetto di giustizia è relativo al rapporto tra maggioranza e minoranze.
La cittadinanza, nelle forme di governo democratiche, non è un diritto, bensì uno status, i cui criteri «giusti» sono stabiliti da un legislatore di maggioranza che, nella rappresentazione della democrazia di Hans Kelsen, dovrebbe garantire i diritti delle minoranze.
In realtà accade che il legislatore di maggioranza non approvi norme ispirate al principio di «maggioranza-minoranza», bensì basate sulla propria concezione della giustizia, della cittadinanza e del suo rapporto con i diritti.
Occorre pertanto fornire una precisa definizione di cittadinanza per poi ricostruirne storicamente il concetto e analizzarlo successivamente all’interno della forma di governo democratica e, infine, nel quadro dell’Unione Europea.
La cittadinanza è l’appartenenza alla comunità nazionale. In questa prospettiva il concetto di cittadinanza si identifica con quello di nazionalità, ossia con lo status di membro della comunità nazionale. È da questo status che dipende l’attribuzione dei diritti.
Si tratta dunque di definire i criteri dell’attribuzione dello status di cittadino. Essi non sono posti dalla costituzione, bensì dal legislatore di maggioranza. Queste premesse consentono di chiarire la struttura logica e giuridica della cittadinanza: il potere legislativo stabilisce i criteri (jus soli oppure jus sanguinis), da cui discende lo status di cittadino cui sono attribuiti diritti civili e diritti politici.
DOWNLOAD dell'articolo Barbara Pisciotta, L’evoluzione della democrazia. Dallo Stato nazionale al cosmopolitismo
Nel 1957 Giovanni Sartori affermava che una democrazia è essenzialmente due cose: un regime politico, inteso come un insieme di elementi reali, quali istituzioni e procedure; un ideale, vale a dire un insieme di elementi simbolici, valori e ideologie (Sartori, 1957). Questa distinzione si è tradotta inizialmente nello sviluppo di due filoni fondamentali della scienza politica: uno legato allo studio della stabilità delle procedure democratiche e dei processi di democratizzazione; l’altro teso ad approfondire l’analisi del tipo di democrazia effettivamente vigente in un dato paese e, più specificamente, a determinare la qualità democratica conseguita dai singoli casi empirici.
Mentre il primo filone ha potuto trascurare la dimensione ideale della democrazia per concentrarsi esclusivamente sulla dimensione empirica (o procedurale), il secondo filone, peraltro composto da molti studiosi che precedentemente si erano soffermati sulla dimensione empirica1, ha preso le mosse dalla dimensione procedurale per mettere a punto un framework in grado di «misurare» la qualità democratica di ciascun paese.
A partire dagli anni ’90, si è aggiunto un terzo filone che ha iniziato a mettere in discussione il modello minimale di democrazia attraverso una serie di proposte volte a potenziare lo strumento partecipativo e a sganciare la dimensione procedurale dai vincoli territoriali.
Lo scopo principale di questo lavoro è ricostruire l’evoluzione della democrazia dalla culla (si legga Stato nazionale) alla tomba (come hanno sostenuto i più critici, cioè superamento delle barriere territoriali) attraverso l’analisi di questi tre filoni della scienza politica. Come si vedrà nel corso nei paragrafi successivi, uno degli aspetti fondamentali sul quale si è lungamente soffermata l’indagine politologica è rappresentato proprio dall’espansione della membership dei regimi democratici, ovvero della cittadinanza, intesa prima in termini di acquisizione dei diritti civili e politici e di allargamento del suffragio (democrazia minima), poi di riconoscimento effettivo di questi diritti (qualità democratica) e, infine, di potenziamento della partecipazione democratica a livello sovranazionale (democrazia cosmopolitica).
DOWNLOAD dell'articolo Damiano Palano, «Homo democraticus». Note per un ripensamento del rapporto tra cittadinanza e democrazia
Al di là di ogni considerazione sul suo valore artistico, la cinematografia di Frank Capra può essere senza dubbio considerata come uno dei più nitidi esempi delle strategie con cui l’industria di Hollywood contribuì a plasmare il mito dell’american dream negli anni della Grande Depressione e della Seconda Guerra Mondiale. Le pellicole del regista italo-americano – con l’immancabile happy end, che Capra riteneva addirittura un elemento «necessario alla nostra visione del mondo»1 – riproponevano infatti con indiscutibile efficacia i motivi della cultura politica americana che la crisi degli anni Trenta aveva in parte offuscato. Se nel pieno dello sforzo bellico i suoi documentari propagandistici Why We Fight avevano offerto alla società americana buone motivazioni per combattere, i suoi film procedevano in fondo nella medesima direzione, perché profilavano uno stile di vita e un modo di intendere le relazioni sociali diametralmente opposti a quelli proposti dalla Germania nazionalsocialista. E da questo punto di vista soprattutto il suo film più famoso, It’s a Wonderful Life (1945), una sorta di compendio del mondo di Capra, può essere considerato come davvero emblematico. Nella figura di George Bailey, e nel volto rassicurante di James Stewart, si può infatti ritrovare quasi il paradigma dell’homo democraticus americano. Perché la sagoma dello sfortunato protagonista di It’s a Wonderful Life, che nella notte di Natale decideva di togliersi la vita, esibiva effettivamente tutte le qualità di quel tipo umano che molti scienziati sociali nord-americani avrebbero considerato da quel momento come il più solido baluardo dei regimi democratici, e cioè lo spirito di iniziativa, l’ottimismo, l’intensa partecipazione alla vita comunitaria, la disponibilità ad aiutare i concittadini, oltre che naturalmente il rispetto per l’autorità.
DOWNLOAD dell'articolo Stefano Petrucciani, Cittadinanza e diritti sociali tra dimensione nazionale e prospettiva europea
Nella vastità del tema che è oggetto del nostro incontro, le brevi riflessioni che intendo proporre sono focalizzate attorno a una questione molto specifica, cioè quella della cittadinanza sociale e dei diritti sociali, con l’obiettivo si svolgere qualche considerazione su come il tema debba essere affrontato all’interno della teoria democratica e su come esso si ponga oggi nel rapporto tra costituzioni nazionali e dimensione europea.
Prima di entrare brevemente in argomento vorrei però sottolineare un paradosso che a me sembra caratterizzare (se la guardiamo dal punto di vista del filosofo politico, cioè dal punto di vista che io faccio mio), la situazione odierna: mentre la filosofia politica, a partire per esempio da John Rawls e Amartya Sen, ha sviluppato concezioni sempre più avanzate degli obiettivi di inclusione sociale che devono caratterizzare una società giusta, gli sviluppi politici effettivi sembrano andare in una direzione esattamente opposta, cioè verso una riduzione più o meno drastica di molte delle garanzie sociali (pur limitate) che si erano andate affermando nei decenni del secondo dopoguerra. È dunque anche a partire da questa situazione complessa che svolgerò il mio ragionamento.
DOWNLOAD dell'articolo Marina Calloni, Quale identità per l’Unione Europea? Per la costruzione di una cultura politica e di una politica culturale comune
Una delle questioni che ha maggiormente caratterizzato il dibattito nazionale e sovra-nazionale degli ultimi anni, non è stata tanto la riflessione sullo sviluppo dell’Unione Europea (Ue), bensì la constatazione della crisi di un progetto politico mai davvero compiuto, che si scontra con gli esiti infausti di crisi economiche, con il riaccendersi di nazionalismi protezionistici, con il tragico scenario di nuove guerre e con gli assetti strategici della geo-politica. L’Unione Europea si misura così con la realtà di Paesi membri che viaggiano a velocità diverse e che su questioni che dovrebbero essere di interesse comune vengono piuttosto a sostenere posizioni conflittuali, se non opposte.

Argomentando

DOWNLOAD dell'articolo Anna Rita Gabellone, Cosimo I. Dalla ragion di stato all’assolutismo
Questo studio intende ripercorrere il rilevante progetto politico realizzato nel Cinquecento da Cosimo I de’ Medici, attraverso le categorie poste in essere da Niccolò Machiavelli e Thomas Hobbes. Prima di rintracciare un denominatore comune tra questi autori, è doveroso ricordare che su tale argomento vi sono già pregevoli studi, ma chi scrive ritiene che le categorie utilizzare dagli autori sopra citati siano oggi importanti non solo sul piano teorico, ma anche sul piano della prassi, in ordine al superamento della crisi che la politica sta attraversando in gran parte del mondo contemporaneo.
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