Home » News
Category Archives: News
Fascicolo 7/2019-2020
Sommario
Anna Maria Lazzarino Del Grosso – Libertà e costituzionalismo. Giornata di studi in onore del professor Robertino Ghiringhelli Saluto
Fabio Rugge – Romagnosi, la formazione dei funzionari, le transizioni
Francesca Russo – Modelli costituzionali e libertà fondamentali nel dibattito della prima sottocommissione della Commissione dei Settantacinque in Assemblea costituente
Paolo Bagnoli – La costituzione italiana e il costituzionalismo europeo
Gennaro Maria Barbuto – Leopardi: Gesù e il mondo
Saggi
Anna Di Bello – Educare alla politica: una lettura di Dante attraverso i testi dal Convivio alla Monarchia
Gianraimondo Farina – Fra Stato e Chiesa. Catasto teresiano e Sussidio ecclesiastico nella Lombardia asburgica. Uomini, ambienti e reti
Maurizio Romano – Città, territorio, risorse per l’edilizia. La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano nell’Ottocento preunitario
È possibile scaricare il PDF del volume completo qui
Fascicolo 5-6/2017-2018
[ISBN 978-88-9335-718-0] PDF
Il presente numero degli Annali, che copre con un fascicolo doppio (5-6) le annate 2017 e 2018, esce con la stessa veste del primo della nuova serie, apparso nel 2013.
Si divide di fatti in due sezioni. La prima è composta da una miscellanea di saggi su temi e percorsi di ricerca diversi, frutto dell’attività scientifica dei membri del Dipartimento e di studiosi che ne condividono le linee e le metodologie d’indagine. Giliola Barbero illustra le modalità di recupero del patrimonio librario di un erudito veronese del XVIII secolo con l’utilizzo di nuove tecnologie. Maria Immacolata Condemi, attraverso l’analisi delle perizie medico-legali nella Verona della Restaurazione, fornisce ipotesi relative alle conoscenze medico-scientifiche del tempo. Il saggio di Giacomo Lorandi è la biografia di un illustre clinico d’Oltralpe, Théodore Tronchin, attivo tra Svizzera e Germania. Matteo Moro dà conto dell’uso politico del cerimoniale nell’ambasciata sabauda a Milano nel primo Settecento, mentre Riccardo Semeraro ricostruisce in un ambito temporale di medio periodo l’evoluzione del distretto della produzione di armi da fuoco nella bresciana Val Trompia.
La seconda sezione ospita una parte considerevole degli interventi di un convegno di studi, Il principe e la sovrana: i luoghi, gli affetti, la corte, al quale il Dipartimento ha dato il proprio patrocinio.
Gli interventi sono preceduti da una presentazione di Cinzia Cremonini che ha coordinato questa sezione degli Annali e alla quale, quindi, si rimanda.
Da questo numero entra a far parte del Comitato di Redazione il dott. Andrea Terreni che ha curato l’editing del numero.
Robertino Ghiringhelli
Sommario
Saggi
Matteo Moro – L’uso “politico” di cerimoniali e trattamenti nell’ambasciata milanese del marchese di Caraglio, inviato straordinario del duca Vittorio Amedeo II di Savoia presso la corte dell’arciduca Carlo d’Asburgo (1711)
Sin dall’antichità, la vita di corte è stata scandita da un rigido e complesso apparato di consuetudini e di norme di comportamento che, sussumibili sotto la denominazione di cerimoniale, hanno spesso giocato un ruolo determinante anche sul piano delle relazioni internazionali fra Stati. Attraverso l’analisi della documentazione relativa a un’ambasciata sabauda svolta nel 1711 a Milano, presso la corte dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo, da Angelo Carlo Maurizio Isnardi de Castello, marchese di Caraglio, il presente contributo si propone di riflettere sull’utilizzo del cerimoniale e dei trattamenti protocollari, quali preziosi strumenti dell’ars diplomatica e di politica internazionale, da parte di Vittorio Amedeo II di Savoia, all’epoca della guerra di successione spagnola.
Parole chiave: Cerimoniale e protocollo diplomatico, diplomazia sabauda, politica estera sabauda, Angelo Carlo Maurizio Isnardi de Castello, marchese di Caraglio, Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, re di Sicilia, re di Sardegna, Carlo VI, imperatore, guerra di successione spagnola
Giacomo Lorandi – La circulation de la célébrité médicale entre Suisse et Allemagne. Le cas Théodore Tronchin (1709-1781)
Le but de cet article est de proposer un commentaire sur la réputation, la notoriété et la célébrité en Europe pendant le XVIIIème siècle et sur les moyens de sa diffusion, à partir du cas du médecin suisse Théodore Tronchin. Né a Genève, il a étudié à Londres et Leyden comme assistant du fameux professeur Boerhaave ; durant cette période, il a acquis un très grand expérience dans la lutte contre la petite vérole, que a lui permis d’être appelé par le duc d’Orléans pour inoculer ses enfants (1756). Après ce succès sa célébrité est devenue européenne.
L’étude de sa vie nous permettra de comprendre mieux sa trajectoire jusqu’à la célébrité transnationale, en particulier la diffusion de son nom en Allemagne, sans qu’il y ait jamais mis pied. La recherche a été soutenue par des sources différentes : correspondance privée, sociabilité et articles de presse.
Mots-clés: Tronchin, célébrité médicale, Suisse, Allemagne, circulation
Maria Immacolata Condemi – Anatomia della perizia medico-legale. Scienza e sapere medico nella Verona della Restaurazione
L’articolo indaga le peculiarità della perizia medico-legale della prima metà del XIX secolo nella città di Verona, analizzando in concomitanza le conoscenze medico-scientifiche veronesi dell’epoca. Dallo studio di sei processi penali è stato possibile esaminare una serie di documenti a contenuto tecnico-scientifico che, nello svolgersi di un processo penale, vengono presentati al giudice, assumendo valore probatorio. Competenti ad eseguire le perizie sono i medici-fisici e i medici-chirurghi. Inoltre, esperti ingegneri, fisici e chimici vengono nominati per indagare sui luoghi, sugli oggetti, e sulle armi del reato. Emerge una prassi medico-legale ben consolidata. La medicina legale dell’epoca è considerata una dottrina, divenuta legittima e indipendente, in quanto attuata secondo un proprio metodo forense.
Parole chiave: processo penale, medicina legale, metodo scientifico
Riccardo Semeraro – The Italian Gun-making District from a Long-term Perspective: Roots, Turning Points, Evolutionary Factors
Il saggio ricostruisce le vicende e le trasformazioni del distretto armiero italiano in una prospettiva di lungo periodo. Lo studio analizza e reinterpreta successi e vicissitudini della specializzazione produttiva locale alla luce di contributi e generalizzazioni che la ricerca storico-economica ha apportato al dibattito scientifico sui percorsi evolutivi dei distretti industriali. L’articolo prende in considerazione i fattori di localizzazione, i punti di svolta e i protagonisti del sistema produttivo locale al fine di indagare i molteplici elementi che ne influenzarono performance e processi di adattamento al mutare del contesto istituzionale e delle condizioni di mercato; ad emergere è il ruolo cruciale giocato nelle dinamiche distrettuali dalla cultura artigiana di mestiere in età moderna e da specifiche fabbriche nella transizione verso l’industrializzazione. Da ultimo, nel saggio vengono identificate e proposte possibili piste di ricerca da sviluppare in futuri studi.
Parole chiave: armi, distretto industriale, corporazione, sistema di fabbrica, Gardone Val Trompia (Italia)
Giliola Barbero – Gian Vincenzo Pinelli, biblioteche private e database: un ordine recuperabile
Un libro di Anna Raugei dedicato alla biblioteca dell’erudito Gian Vincenzo Pinelli offre lo spunto per una riflessione su metodi filologici e strumenti digitali necessari a ricostruire biblioteche storiche.
Parole chiave: storia delle biblioteche, cataloghi storici, storia del libro, strumenti digitali per la storia del libro, digital humanities
Il principe e la sovrana: i luoghi, gli affetti, la corte
Presentazione
Matthias Schnettger – In controluce. Maria Teresa e la storiografia tedesca
Il saggio riflette sulla lettura che le storiografie tedesca e austriaca hanno dato della figura di Maria Teresa: tra XIX e XX e in particolare nell’opera di Arneth (nell’epoca della crisi dell’Impero austroungarico) era vista come la fondatrice dell’Austria moderna e come il prototipo ideale di sovrana. La fine della monarchia danubiana segnò l’inizio di un lungo periodo di oblio, particolarmente durante il periodo nazista, ma proseguito anche nel dopoguerra quando persino gli Women’s Studies ignorarono la figura della sovrana. Il recente centenario della nascita ha visto un risveglio di interesse e l’articolo si concentra in particolar modo sui risultati emersi dalla ricerca di Barbara Stollberg-Rilinger che ha avuto il merito di non tacere alcuni aspetti della personalità di Maria Teresa in contrasto con la tradizionale interpretazione di sovrana modello.
Parole chiave: Maria Teresa d’Asburgo, Monarchia asburgica, storiografia tedesca, anniversari, centenari
Cinzia Cremonini – Il principe e la sovrana: Trivulzio e Maria Teresa, storia di un legame politico e dei suoi sviluppi
Indispensabile premessa alla fondazione del Pio Albergo Trivulzio, il rapporto tra il principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio e Maria Teresa d’Asburgo viene qui riesaminato nel lungo periodo. Il saggio mette in luce differenze e analogie tra le due figure nonché il ruolo svolto da Trivulzio nel far conoscere alla corte, prima di Pallavicini, i problemi del “sistema lombardo”. Al tempo stesso l’articolo sottolinea come il governo di Milano abbia costituito per Maria Teresa il luogo del suo “apprendistato politico”. La grande ammirazione per la sovrana e la corte espressa dal principe nei carteggi tra anni Trenta e Cinquanta fa da sfondo al, già noto, suo progressivo allontanamento da Milano. Infine, grazie ad una rilettura dei carteggi degli anni Sessanta del XVIII secolo, emerge per la prima volta il graduale distacco dall’iniziale incondizionata ammirazione per Vienna e il profilarsi di un atteggiamento di critica nei confronti del governo asburgico nell’età delle riforme al cui intervento tuttavia si deve l’istituzione del Pio Albergo.
Parole chiave: Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio, imperatrice Maria Teresa d’Austria, Pio Albergo Trivulzio, Storia dell’Assistenza, Storia di Milano
Marino Viganò – Per li rami: i Trivulzio dal XIII al XXI secolo
Ultimo di un ramo innestato nel 1678 sul tronco principale, Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio (Milano 1692-Milano 1767) estingue alla sua morte un’altra discendenza dell’albero del casato, antico allora di almeno sei secoli. Fuori di dubbio milanesi, benché leggende sedimentate dal xvi secolo ne perpetuino presunte origini «galliche» e «francesi», nonostante ne manchino tuttora studi complessivi i Trivulzio risultano lasciare, con alcune personalità, tracce profonde nella storia di Milano, dell’Italia e di una parte dell’Europa contemporanea. Attraverso cenni alle fonti edite e inedite, a studi più o meno affidabili, a lavori sulle maggiori personalità della famiglia, il saggio mira a una sintesi della sua plurisecolare vicenda.
Parole chiave: Milano, genealogia, famiglia Trivulzio, nobiltà milanese, patriziato
Giuseppe Cirillo – Al servizio degli Asburgo: i Gallio d’Alvito tra Napoli, Roma, Milano e Madrid
Il saggio analizza le strategie del lignaggio dei Gallio d’Alvito, tra Sei e Settecento, che si muovono tra diverse catene di fedeltà tra il Sovrano Pontefice, Napoli, Milano, Madrid. Strategie da élite trasnazionale sia a livello di matrimoni (con i Trivulzio a Milano e con i Dies Pimienta a Madrid) sia a livello di carriere militari, diplomatiche e cardinalizie intraprese tra gli stati della Monarchia Asburgica e il Papato.
Parole chiave: Milano, XVII secolo, XVIII secolo, Madrid, Napoli, Roma, strategie familiari, famiglia Gallio, famiglia Trivulzio, Alvito, diplomazia internazionale, Asburgo, élites
Annamaria Bardazza – «…e con ciò porre in perpetuo silenzio le loro questioni…»: il matrimonio di Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio e Maria Gaetana Archinto
Lo studio si concentra sullo sfortunato matrimonio del principe Trivulzio e in particolare mette in luce la figura della moglie, Maria Archinto. Appartenente ad una delle più cospicue famiglie della più antica aristocrazia milanese, al momento delle nozze era vedova dell’erede di una delle famiglie della nobiltà più ricca e recente, Carlo Francesco Clerici da cui aveva avuto un figlio, Carlo Giorgio. Dal matrimonio con il principe Trivulzio nacquero due bambine che morirono entrambe in età infantile. Il lutto e forse i comportamenti liberi di entrambi i coniugi segnarono il loro legame che si interruppe formalmente alla fine degli anni Trenta. La ricerca, utilizzando una grande quantità di carteggi inediti, mette in luce le difficoltà successive alla separazione, la nascita di una terza figlia che, nata da un legame extramatrimoniale, la principessa Trivulzio lasciò in adozione, nonché le difficoltà economiche dovute ad uno stile di vita dispendioso.
Parole chiave: Milano, XVIII secolo, Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio, Maria Archinto, Clerici, nobiltà milanese, patriziato, matrimonio, storia delle donne
Andrea Terreni – «Addio teatro, addio divertimenti». Il principe Trivulzio, i medici, i malanni e le cure
Il contributo getta nuova luce su alcuni aspetti personali e riservati del principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio, analizzando l’andamento della sua salute attraverso le informazioni – in gran parte inedite – riguardanti le malattie che lo afflissero nel corso della sua esistenza e la costante ricerca di terapie adeguate e di validi presidi sanitari a cui ricorse su consiglio dei grandi medici della sua epoca. Le fonti adoperate, rappresentate da una ampia serie di missive che Trivulzio scambiò con una cerchia di illustri amici suoi corrispondenti (Antonio Maria Niccolini, Emanuel Telles de Sylva-Tarouca, Gabriele Verri), consentono di entrare negli ambiti più privati e più intimi della sua vita, e al contempo permettono di connettere la singola esperienza di questo eminente rappresentante del patriziato milanese del Settecento al più ampio milieu della cultura medica del suo tempo.
Parole chiave: Milano, XVIII secolo, storia della medicina, malattie, patriziato milanese, Gallio Trivulzio, Gabriele Verri, Niccolini, Sylva-Tarouca, Bernardino Moscati, Pasta, Vallisneri, Vandelli
Cristina Cenedella – Le stanze del principe. Breve storia materiale del palazzo Trivulzio in via della Signora
Il saggio affronta la storia materiale delle dimore di un principe di grande nobiltà, Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio: l’argomento attiene agli studi che individuano il significato, il commercio e la funzione dei prodotti sontuosi, sui quali studiosi ed economisti dibattevano già nel Settecento.
A giudicare dalla vita che conduceva, dagli ambienti e dagli arredi di palazzo, dagli inventari e dalla corrispondenza residua, è possibile affermare che Trivulzio vivesse in parte un lusso di rango, derivato dalla grande ricchezza e dalla discendenza secolare della famiglia, una delle più importanti di Lombardia insieme ai Borromeo, ma che amasse anche circondarsi di un lusso di comodo.
La magnificenza della quale il principe si circondava si può chiaramente cogliere dalla lettura dell’inventario post mortem, costituito da 429 pagine e accompagnato da ulteriori consistenti elenchi di oggetti, suddivisi per tipologia e contrassegnati singolarmente con la stessa numerazione attribuita nell’inventario.
Parole chiave: Milano, XVIII secolo, Gallio Trivulzio, storia materiale, patrimonio, palazzo, nobiltà milanese, lusso
Giuliana Ricci – «Non molto nuova di pianta, ma nuova di aspetto e di vita.» La trasformazione di Milano nell’età di Maria Teresa (e di Giuseppe II)
L’intervento mette in rilievo il carattere innovativo dell’approccio del governo asburgico nel secondo Settecento milanese ai problemi di una città moderna. Protagonista del rinnovamento è l’architetto Giuseppe Piermarini, sollecitato dall’arciduca Ferdinando, figlio di Maria Teresa, e sostenuto finanziariamente dalla Regia Ducal Camera. L’autrice si sofferma in particolare sullo sviluppo edilizio in ambito residenziale, sia per la nobiltà che per le classi borghese e popolare, grazie al rinnovo amministrativo e decisionale e grazie alla soppressione di alcuni enti religiosi. Esamina l’introduzione del termine ‘ornato’ nelle prime delibere a stampa e nella corrispondenza, sempre coniugato con il ‘comodo’ e la ‘migliore pulizia’.
Il moltiplicarsi di interventi anche minuti e l’ammodernamento di molte facciate definisce una città quasi immutata nel suo impianto, ma molto rinnovata nei volumi percorribili di strade e ammirabili di edifici. L’agglomerato urbano, ormai secolarizzato dal centro alla cinta bastionata grazie all’impianto di servizi e allo sviluppo della residenza, è fittamente segnato da flussi d’interesse modificati, da percorsi nuovi e costellati di possibili soste in punti interessanti. Tutti spazi da vivere in un rapporto tra gli strati sociali meno rigido o, perlomeno, visivamente condiviso.
Parole chiave: Milano, XVIII secolo, architettura, urbanistica, edilizia, Maria Teresa d’Asburgo, Giuseppe II, Piermarini, arciduca Ferdinando
Maria Teresa Sillano – Le carte del Principe tra archivistica e liti familiari
Il contributo studia le numerose controversie, discussioni e liti familiari che videro impegnato il Principe Antonio Tolomeo Gallo Trivulzio per lungo tempo, fin dagli anni Venti del Settecento.
Esse hanno tutte un’origine ben precisa: il testamento di Giovan Giacomo Trivulzio detto il Magno, tra i più eminenti personaggi della casata Trivulzio, condottiero di molte vittoriose battaglie, con un ruolo di supremazia nella vita politica milanese.
L’interpretazione di alcune clausole del testamento e di un codicillo aggiunto poco dopo, la carenza di eredi maschi e complicate vicende determineranno incomprensioni e diatribe tra i membri della famiglia che ne cercheranno la soluzione in tribunale.
In tutta la documentazione consultata appare evidente la grande importanza attribuita all’archivio, sottolineata anche dal fatto che, tra i quesiti posti dal principe, ve ne sono alcuni nei quali l’argomento è proprio l’archivio e tutte le pratiche messe in atto per conservarlo nel modo migliore.
Parole chiave: Milano, XVIII secolo, Gallio Trivulzio, patrimonio, patriziato milanese, liti, contenziosi, Maria Teresa d’Asburgo, Pio Albergo Trivulzio
Fascicolo 4/2016
DOWNLOAD [ISBN 978-88-9335-102-7] PDF
Da questo fascicolo gli Annali hanno integrato il Comitato scientifico con i seguenti docenti: Antonio Álvarez Ossorio Alvariño, titular di Storia moderna nell’Universidad Autónoma de Madrid, Immaculada López Ortiz, catedràtica de Historia e Institutiones Económicas dell’Universidad de Alicante, Joaquìn Melgarejo Moreno, catedràtico de Historia e Institutiones Económicas dell’Universidad de Alicante, Claudio Palazzolo, ordinario di Storia delle Dottrine Politiche nell’Università di Pisa e presidente della Associazione Italiana degli Storici delle Dottrine Politiche, e Francesca Russo, docente di Storia delle Dottrine Politiche nell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli. Inoltre è stato rafforzato il Comitato di Redazione della Rivista.
Venendo ai contenuti di questo fascicolo poniamo l’accento, nella sezione Saggi, sul contributo di Francesca Russo riguardante l’originalità delle ipotesi pacifiste del Duca di Sully. Nella tradizionale sezione dedicata ai Personaggi del Novecento italiano Alessandro Guerra sottolinea i caratteri salienti del magistero di Armando Saitta e il suo ruolo nell’indirizzare le ricerche dell’Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea. Per quanto concerne poi la sezione Oikonomica mi piace qui ricordare la figura di Angelo Robbiati, tratteggiata brevemente dal direttore del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università Cattolica di Milano, Pietro Cafaro, e il suo ultimo saggio dedicato all’attività di don Ambrogio Portaluppi.
Nella sezione Materiali, Natascia Poloni continua nel suo metodico riscoprire la diffusione del pensiero rosminiano nella realtà veneta e nell’Istituto Cavanis. Infine nella rubrica Argomentando Saverio Xeres riprende in chiave originale e problematica luoghi e pratiche legati ai vari Giubilei tra tardo medioevo ed età moderna.
Robertino Ghiringhelli
Sommario
Saggi
Francesca Russo – Idea d’Europa e pacificazione internazionale nel «Grand Dessein» del Duca di Sully
Questo contributo intende presentare riflessioni critiche mirate attorno al tema della pacificazione internazionale e del primo abbozzo di confederazione europea che emerge nelle differenti redazioni delle Œconomies royales del duca di Sully e nel «Grand Dessein» pubblicato nell’edizione del 1638. Come è noto, Maximilien de Béthune, duca di Sully, già ministro e principale collaboratore di Enrico IV attribuì al defunto sovrano di Borbone il suo progetto di rimaneggiamento della carta geopolitica dell’Europa, contenuto nell’opera. Egli iniziò a scrivere il testo nel 1611 manifestando l’intento di ridimensionare la potenza degli Asburgo; in un secondo momento aggiunse quello di creare quindici Stati in equilibrio fra di loro dal punto di vista politico, istituzionale e religioso. Gli Stati europei avrebbero dovuto, difatti, associarsi in una forma di “republique chrestienne, toujours pacifique dans elle même”. Il «Grand dessein» fu inserito da Sully, secondo i maggiori interpreti della sua opera, nelle Œconomies royales fra gli anni venti e gli anni trenta del Seicento. Non era quindi intenzione di Enrico IV attuare tale ambizioso e complesso programma politico. Ciononostante fu interpretato da molti pensatori come un precedente importante, come una testimonianza della volontà del sovrano di occuparsi della pacificazione europea e, criticato o lodato, rappresentò un riferimento di rilievo per i filosofi che si occuparono della condanna o della limitazione della guerra, in particolare durante il diciottesimo secolo.
Parole chiave: Idea d’Europa; pacificazione internazionale; politica d’equilibrio; Maximilien de Béthune duca di Sully; «Grand Dessein».
Rossella Bufano – L’opinione pubblica e il suo potere tra Antico Regime e Rivoluzione francese
l saggio, richiamate le principali definizioni di opinione pubblica, analizza gli strumenti e le modalità di diffusione delle idee e del dibattito in Francia a ridosso della Rivoluzione Francese, con particolare attenzione alla percezione e all’uso che del concetto di opinion fanno alcuni dei protagonisti dell’epoca.
Parole chiave: opinion, opinion publique, esprit public, Stato, Francia, Antico Regime, Rivoluzione Francese, salotti, pamphlet, Encyclopédie méthodique, Necker, Sieyès.
Luigi Mastrangelo – Carlo Cattaneo e la questione carceraria
Carlo Cattaneo aveva approfondito la questione carceraria dal 1840, quando il governatore della Lombardia Franz Hartig gli aveva richiesto la traduzione dall’inglese dei rapporti sulle prigioni in Inghilterra, incarico al quale egli stesso fa riferimento come incipit del testo introduttivo sugli scritti Della riforma penale. Cattaneo, il quale richiama l’esempio di Cesare Beccaria, si ispira al cosiddetto modello filadelfiano, concepito anche per evitare che il carcere si trasformi in una “scuola del crimine”. Egli, inoltre, giudica negativamente la pratica della deportazione dei detenuti nelle terre coloniali praticata dall’Inghilterra e condanna la pena di morte, sottolineandone le implicazioni di natura politica.
Parole chiave: Carlo Cattaneo, pensiero politico, società, carceri, diritto penale, giustizia.
Personaggi del Novecento italiano
Alessandro Guerra – Fra via Caetani e l’Europa. Armando Saitta e l’Istituto Storico Italiano per l’età Moderna e Contemporanea
Oikonomica
Angelo Robbiati – Il clero nella ripresa del programma sociale cattolico: l’esperienza di Ambrogio Portaluppi
Gian Filippo de Sio – L’attività creditizia del conte Carlo Durini
Marco Dotti – Credito e pratiche sociali nel quotidiano di una comunità della Terraferma veneta: il caso di Rovato in età moderna
L’articolo, avvalendosi delle diverse possibilità offerte dalle fonti, intende analizzare il mercato del denaro in una comunità della Terraferma veneta tra Seicento e Settecento. Lo studio di documenti seriali (in particolare degli estimi) è stato integrato con altre fonti, come i rogiti notarili, i processi civili e i fondi dei luoghi pii. Si tratta di rilievi ancora frammentari, che tuttavia mostrano una prospettiva ampia, che ci consente di spaziare in termini cronologici, mettendo in luce, oltre alle gerarchie finanziarie locali, l’anatomia dei rapporti creditizi e il loro funzionamento concreto. Dalla ricerca emerge la pervasività del credito rispetto a tutte le transazioni, a partire da quelle economiche (il mercato della terra e degli immobili, i consumi ecc.), ma ne risultano altrettanto contaminati gli scambi sociali e le pratiche rituali (dai matrimoni alla costituzione di cappellanie).
Parole chiave: credito, comunità, diritti, pratiche rituali, strategie di riscossione.
Enrico Berbenni – Milano tra miracolo e crisi. Demografia, economia e territorio
Negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, la città di Milano vide profondi cambiamenti nella sua popolazione, nelle sue strutture produttive e nell’assetto territoriale. Se da un lato i flussi demografici e l’attività edilizia subirono un’intensificazione quantitativa senza precedenti, dall’altro questi fenomeni furono determinanti nel creare nuovi equilibri nell’organizzazione del territorio e nella struttura stessa del sistema economico, conferendo alla crescita una connotazione più estesamente regionale.
In questo articolo si intendono fornire alcuni spunti di riflessione circa la complessa interazione tra dinamiche demografiche e mutamenti nel tessuto economico e urbano, mostrando come queste variabili si influenzino reciprocamente dando luogo a trasformazioni estremamente rapide nella loro realizzazione e durature nei loro effetti. La presentazione di alcuni esempi concreti riguardanti la città di Milano dimostra come le maggiori opere realizzate in quegli anni cercassero di “inseguire” un cambiamento che sembrava, sotto molti aspetti, più veloce della capacità di adattamento degli enti preposti al governo del territorio.
Materiali
Giacomo Lorandi – Prime considerazioni sull’evoluzione economica e sociale di una confraternita nel Piemonte d’Antico Regime. La Congregazione di S. Giuseppe di Novara tra dominazione spagnola e Regno di Sardegna
Questo articolo vuole presentare i primi risultati della ricerca condotta sulla Confrater-nita di S. Giuseppe di Novara. L’indagine partendo dall’analisi del contesto sociale della congregazione, passa poi ad analizzare le sue attività, soffermandosi in particolare sull’assistenza, la gestione del suo patrimonio terriere e sull’attività creditizia. L’obbiettivo è quello di restituire un primo quadro del ruolo sociale ed economico svolto da una confraternita nel corso dell’età moderna nel Novarese.
Parole chiave: Confraternita, credito, società, assistenza.
Natascia Poloni – L’inedito epistolario di Luigi Cesare Pavissich e la diffusione del pensiero rosminiano
Il presente contributo prende in esame diverse lettere manoscritte inedite di Luigi Cesare Pavissich indirizzate a Sebastiano Casara. I temi affrontati sono interessanti per il contenuto filosofico delle lettere, in particolare esse raccontano del sodalizio che si era creato tra gli amici di Antonio Rosmini e dei loro sforzi in sua difesa. Le informazioni che emergono sono numerose e riguardano il confronto filosofico, la divulgazione delle opere rosminiane, l’analisi degli articoli pubblicati a favore e contro il Rosmini, il tentativo di diffusione del suo pensiero anche fuori dai confini italici attraverso la traduzione in serbo-croato compiuta dallo stesso Pavissich. Nella lettere emerge la vitalità di queste relazioni e il trasporto emotivo di chi ha combattuto per una “causa” con profonda convinzione e determinazione.
Argomentando
Saverio Xeres “E viene a Roma, seguendo il desio”. Luoghi e pratiche giubilari fra tardo medioevo e prima età moderna
Fascicolo 3/2015
DOWNLOAD [ISBN 978-88-9335-102-7] PDF
DOWNLOAD [ISBN 978-88-9335-140-9] ePub
DOWNLOAD [ISBN 978-88-9335-141-6] MOBI
Questo fascicolo degli Annali si apre con un doveroso e sentito ricordo di uno dei più sottili attori e studiosi della vita culturale e civile dell’Italia democratica: Arturo Colombo (1934-2016). Professore emerito di storia delle dottrine politiche nella “sua” Università di Pavia, editorialista del “Corriere della sera”, interprete, ma prima studioso acuto e critico, delle idee del Risorgimento e della tradizione cattaneana e mazziniana, è stato un continuo punto di riferimento per gli storici delle giovani generazioni. Fra di loro mettiamo con orgoglio e riconoscimento anche il gruppo degli “Annali”. Difatti, nell’ormai lontanissimo autunno del 1994 quando Cesare Mozzarelli lanciò l’idea di un annale storico dell’allora Istituto, lo convinsi a consultare il professor Colombo per come aprire la rivista anche agli storici del pensiero e delle istituzioni favorendo quell’ampio ventaglio tematico e diacronico che consentiva di aprire nuovi versanti di studio e di fornire ai giovani ricercatori la possibilità di presentare le loro ricerche. Arturo Colombo riassunse il tutto con il suo solito umorismo costruttivo con la frase «è meglio seguire solo la strada segnata o cercare di scoprire ed aiutare a tracciare nuovi sentieri?».
E proprio rammentando i suoi insegnamenti vogliamo continuare ad averlo qui con noi ricordando i suoi principali scritti e contributi.
Questo fascicolo della rivista contiene, come al solito, la sezione Saggi, quella dedicata a Personaggi del Novecento italiano, Oikonomica, Materiali e Argomentando.
Sottolineo qui come in Materiali siano riportati contributi che sono il frutto degli interventi e delle discussioni al Convegno su «Cittadini e cittadinanza dallo Stato nazione all’Europa unita», tenutosi a Milano in Università Cattolica il 30 gennaio 2015 e frutto della collaborazione tra gli storici delle dottrine e delle istituzioni politiche, gli studiosi di scienza politica e quelli di filosofia politica.
Sommario
Saggi
Francesca Russo, Politics, power and republicanism in Florentine Renaissance: Donato Giannotti.
History of the edition and of the European circulation of his essay upon venetian constitution
Il mio saggio è dedicato principalmente al Libro della repubblica de’Vinitiani, pubblicato nel 1540 da Donato Giannotti a Roma per i tipi di Blado. Giannotti fu un importante testimone della tradizione repubblicana fiorentina. Nato a Firenze nel 1492, egli studiò presso i grandi maestri dell’umanesimo, fra i quali Francesco Cattani da Diacceto e Marcello Virgilio Adriani. Da Diacceto ereditò una profonda conoscenza per la filosofia aristotelica, che fu fondamentale per i suoi scritti politici L’incontro con Niccolò Machiavelli, avvenuto nelle riunioni che si svolgevano presso i giardini di casa Rucellai si rivelò anche determinante per la formazione del giovane Donato. L’ex Segretario fiorentino divenne suo amico e suo riferimento culturale. Egli fu profondamente influenzato dai Discorsi, letti nel contesto degli Orti Oricellari. Giannotti, a differenza di Machiavelli, aveva una grande ammirazione per il sistema istituzionale veneziano, essendo la “Serenissima” un modello contemporaneo di repubblica. Decise quindi di soggiornare nella città e presso l’ateneo patavino e di scrivere il Libro de la repubblica de’Vinitiani, dedicato al funzionamento delle magistrature della città lagunare. Questa fu l’unica opera pubblicata durante la vita dell’autore. Ebbe molte edizioni nella penisola italiana e numerose traduzioni in lingua tedesca, di cui si dà conto nel saggio. La prima traduzione fu pubblicata da Hans Kilian nel 1557, quando ancora Giannotti era in vita. Venne anche data alle stampe nel 1631 in latino a Leida, divenendo fruibile per un pubblico europeo. Non mancarono infatti un’edizione in olandese e citazioni nel mondo culturale britannico.
Giannotti scrisse molte altre opere delle quali si dà brevemente cenno in questo scritto. Tra le maggiori si ricorda Della repubblica fiorentina, proposta costituzionale per Firenze, alla quale l’autore lavorò in differenti redazioni. Naufragato un progetto di edizione francese per cura di Jacopo Corbinelli, anche per l’esitanze dell’autore stesso, l’opera venne pubblicata solo nel 1721.
Giannotti fu Segretario dei Dieci nell’ultima repubblica fiorentina (1527-1530). In seguito alla sconfitta del fronte repubblicano decise, dopo un periodo in carcere e qualche incertezza, dettata dalla speranza che Clemente VII potesse dare un ordine accettabile alle istituzioni fiorentine, di aderire al nutrito fronte del fuoriuscitismo e di concludere la sua vita in esilio. Mantenne però un costante interesse per le vicende storico-politiche fiorentine e toscane, nonché l’impegno a propagandare i valori ed i simboli del repubblicanesimo italiano. Questo saggio trae origine dalla mia relazione tenuta nell’ambito della sessione organizzata dalla prof.ssa Suzanne Magnanini (University of Colorado) nell’ambito della conferenza annuale della Sixteenth Century Society (Vancouver, 24 ottobre 2015).
Parole chiave: Donato Giannotti; tradizione repubblicana; esuli fiorentini; storia di Firenze; Costituzione mista negli Stati tedeschi; modello istituzionale veneziano; mito di Venezia.
Roberto Quirós Rosado, Patronato regio y clientelismo cortesano. La provisión de dignidades y beneficios eclesiásticos en la Italia de Carlos III de Austria, 1706-1714
La articulación de las monarquías ejecutivas en la transición entre los siglos XVII y XVIII tuvo un elemento característico en el progresivo control de los soberanos sobre las instituciones y beneficios eclesiásticos de sus reinos. Se trataba de un histórico proceso, en cuyo repunte influyeron condicionantes externos de honda relevancia. En el presente caso, se analizará la incidencia de un conflicto dinástico, la guerra de Sucesión española, como factor decisivo en la gestión regalista del reino de Nápoles y del Estado de Milán. A través de una mirada comparada, este complejo proceso, bajo el protagonismo del rey-emperador Carlos III/VI de Habsburgo, se observará como un continuum en la construcción de la Italia austriaca.
The articulation of executive monarchies between 17th and 18th centuries had a characteristic element. It was an historical process around the progressive royal control on the institutions and ecclesiastical benefits of its kingdoms. This paper focuses on the Spanish War of Succession as decisive factor in the administration of the regalismo in Naples and Milan. Through a comparative view, this complex process would be analysed as a continuum in the building of Austrian Italy under the reign of the King-Emperor Charles III/VI of Habsburg.
Palabras clave: Italia. Milán. Nápoles. Casa de Habsburgo. Iglesia católica. Regalismo.
Adelina Bisignani, Persona-valore e libertà dei moderni nella riflessione di Norberto Bobbio (1934-1965)
Il saggio analizza il pensiero politico e giuridico di Norberto Bobbio nel suo svolgimento dagli ’30 agli anni ’50 del Novecento.
Muovendo dall’iniziale interesse per la fenomenologia, Bobbio pone al centro della sua riflessione il concetto di “persona”. Nella ricerca teorica di Bobbio tale concetto resterà centrale anche nel secondo dopoguerra, quando la sua attenzione si sposterà sulle tematiche del formalismo giuridico.
The essay analyzes the political and legal thought of Norberto Bobbio in its development from the thirties to the fifties of twentieth century. Moving from initial interest in phenomenology, Bobbio is at the center of his reflection on the concept of “person”. This concept remains central even after World War II, when the focus will shift Bobbio ‘on issues of legal formalism.
Parole-chiave: Fenomenologia; Persona; diritto; politica; formalismo giuridico.
Personaggi del Novecento italiano
Marcello Saija, Gaetano Martino
È difficile sostenere che l’Europa di Gaetano Martino1 sia il frutto di strategie politiche contingenti dell’epoca in cui questi ricopre l’incarico di ministro degli Esteri. Il disegno che presenta e sostiene alla conferenza di Messina del 1955 (solo in piccola parte recepito dai trattati di Roma), appare piuttosto come il risultato di un lento processo di maturazione con radici risalenti alla prima formazione. È lo stimolante ambiente del collegio Pennisi di Acireale che gli procura l’immersione nella cultura classica, e, con questa, la convinzione che i parametri della civiltà occidentale siano insostituibili nel processo di modernizzazione del mondo. La famiglia e il frizzante ambiente cittadino fanno il resto.
Alfredo Canavero, Filippo Meda
Filippo Meda è uno di quei personaggi fondamentali nella storia d’Italia, ma che sono oggi quasi completamente dimenticati. Eppure Meda fu l’uomo che portò i cattolici dall’intransigentismo all’accettazione dello Stato liberale, fu tra i primi cattolici a divenire deputato e fu il primo cattolico ad ottenere la carica di ministro. Oppositore del fascismo, dopo l’instaurarsi della dittatura si ritirò a vita privata, ma ebbe il coraggio di difendere in tribunale Alcide De Gasperi, accusato di tentato espatrio clandestino. Trascorse i suoi ultimi anni scrivendo di vicende e personaggi del movimento cattolico in attesa del crollo del regime che però non fece in tempo a vedere. Ripercorrerne la biografia vuol dire ripensare ad un lungo periodo della storia d’Italia in cui, tra battaglie ideali e grandi sconvolgimenti epocali, si formava il mondo contemporaneo.
Oeconomica
Pietro Cafaro, Local banking systems on both sides of the border: High Lombardy and Ticino between the nineteenth and twentieth century
The Essay illustrates the effects on the banks System of Como and of Canton Ticino of the State border between Italy and Switzerland between XIXth and XXth centuries.
Il saggio illustra gli effetti del confine di Stato sul sistema bancario di Como e del Canton Ticino tra Ottocento e Novecento.
Parole-chiave: Banche, sistema bancario, Italia, Svizzera, confine di Stato.
Keywords: Banks, banking System, Italy, Switzerland, State Border.
Angelo Moioli, Capitali e imprenditori svizzeri a Bergamo tra Ottocento e Novecento
This article deals with Swiss investments in Bergamo between 19th and 20th centuries in two different ways. Taking up a distinction made by Pierre-Antoine Wavre in his work on Swiss investments in Italy, the paper aims to study the role played by foreign capital in Bergamo, hence differentiating between the concept of “direct investment” (that is, industrial or manifacturing activities) and “portfolio”, namely financial assets, in particular bonds.
Subsequently, the paper analyzes the great economic success achieved by Swiss families migrated in Bergamo like Blondel, especially thanks to the silk’s trade, and the following response of local entrepreneurs, which eventually led to the establishment of a bank owned by these latter and specialized in silk activities.
In parallel, the article coped with the crisis occurred to the Swiss entrepreneurs operating in Italy because of inability to diversify their business, as they were not able to embrace the new successful as well as more profitable sector of cotton manufacturing at the beginning of 20th century. Instead, financial capital allocated by Swiss who did not previously invested in the silk factory continued playing an important role in Bergamo’s economy.
Il saggio principalmente si occupa delle due forme di investimento attuate dal capitale svizzero in Bergamo nei secoli XIX e XX: investimenti diretti, cioè attività manifatturiere o industriali in genere, e indiretti, vale a dire partecipazioni diverse attraverso “assets” finanziari o “bonds”. In secondo luogo si analizza il grande successo economico grazie al commercio delle sete delle famiglie svizzere emigrate a Bergamo (ad esempio i Blondel) e la risposta degli imprenditori locali che arrivò a fondare una banca specializzata in operazioni legate a questo comparto economico.
Infine, l’articolo, individua nell’incapacità degli imprenditori svizzeri di cogliere i segni del decadimento della produzione serica e nell’ascesa concomitante di quella cotoniera, la causa primaria del declino.
A Bergamo un ruolo importante continuarono ad avere anche in seguito quegli uomini d’affari elvetici che avevano investito in attività puramente finanziarie.
Parole-chiave: capitale svizzero, industria serica, finanza, investimenti stranieri, Bergamo
Keywords: Swiss capital, silk industry, finance, foreign investment, Bergamo
Materiali
Carlo Carini, Pensieri paralleli sul cittadino: Bodin e Constant
Abbiamo due momenti teorici, in epoca moderna, in cui due importanti scrittori politici, certo ben distanziati fra loro e con finalità divergenti se non opposte, ma con argomentazioni in parte simili, hanno preso una chiara posizione per distinguere il cittadino moderno dal cittadino antico. Mi riferisco a Jean Bodin e a Benjamin Constant.
Gianfranco Borrelli, Dall’evanescenza del cittadino moderno alle nuove pratiche della cittadinanza di prossimità
La Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi conserva un Breviarium Parisiense (Parigi 1714), un tempo appartenuto al cardinale Giuseppe Renato Imperiali, importante funzionario dello stato pontificio. La ricerca in cataloghi on line consente oggi di recuperare molti esemplari provenienti da quella ragguardevole raccolta librario romana.
Gustavo Gozzi, Cittadinanza e diritti
Aristotele nella Politica si interroga, chiedendosi chi sia cittadino, e risponde fornendo due precise indicazioni: la prima relativizza il concetto di cittadino riconducendolo ai differenti contesti costituzionali e istituzionali. «È necessario, scrive Aristotele, che …il cittadino sia differente in rapporto a ciascuna costituzione» (1275 b, 5)1.
La seconda considerazione introduce invece una riflessione che affronta il fondamento di legittimazione dei diversi concetti di cittadino. Dopo aver delimitato l’ambito della sua analisi al «cittadino della democrazia», e averlo connotato in base alla sua partecipazione «alle funzioni di giudice e alle cariche» pubbliche (1275 a, 23), Aristotele osserva che «in pratica» è definito «cittadino chi discende da genitori entrambi cittadini». Ma subito dopo chiede: «quell’antenato di tre o quattro generazioni addietro, come sarà diventato cittadino?» (1275 b, 27).
Prendendo ad esempio la costituzione di Clistene del 507 a.C., che consentì l’acquisizione della cittadinanza a molti stranieri e meteci, Aristotele pone la domanda decisiva chiedendo se l’abbiano «ottenuta ingiustamente o giustamente» (1275 b, 39).
Aristotele pone dunque con chiarezza il problema del rapporto tra cittadinanza e giustizia. Ma che cos’è la giustizia in un ordinamento giuridico?
Secondo Hans Kelsen nel suo piccolo, ma prezioso libro dedicato al problema giustizia, essa è un concetto relativo2, ossia proprio di ogni specifico ordinamento giuridico. Nella forma di governo democratico il concetto di giustizia è relativo al rapporto tra maggioranza e minoranze.
La cittadinanza, nelle forme di governo democratiche, non è un diritto, bensì uno status, i cui criteri «giusti» sono stabiliti da un legislatore di maggioranza che, nella rappresentazione della democrazia di Hans Kelsen, dovrebbe garantire i diritti delle minoranze.
In realtà accade che il legislatore di maggioranza non approvi norme ispirate al principio di «maggioranza-minoranza», bensì basate sulla propria concezione della giustizia, della cittadinanza e del suo rapporto con i diritti.
Occorre pertanto fornire una precisa definizione di cittadinanza per poi ricostruirne storicamente il concetto e analizzarlo successivamente all’interno della forma di governo democratica e, infine, nel quadro dell’Unione Europea.
La cittadinanza è l’appartenenza alla comunità nazionale. In questa prospettiva il concetto di cittadinanza si identifica con quello di nazionalità, ossia con lo status di membro della comunità nazionale. È da questo status che dipende l’attribuzione dei diritti.
Si tratta dunque di definire i criteri dell’attribuzione dello status di cittadino. Essi non sono posti dalla costituzione, bensì dal legislatore di maggioranza. Queste premesse consentono di chiarire la struttura logica e giuridica della cittadinanza: il potere legislativo stabilisce i criteri (jus soli oppure jus sanguinis), da cui discende lo status di cittadino cui sono attribuiti diritti civili e diritti politici.
Barbara Pisciotta, L’evoluzione della democrazia. Dallo Stato nazionale al cosmopolitismo
Nel 1957 Giovanni Sartori affermava che una democrazia è essenzialmente due cose: un regime politico, inteso come un insieme di elementi reali, quali istituzioni e procedure; un ideale, vale a dire un insieme di elementi simbolici, valori e ideologie (Sartori, 1957). Questa distinzione si è tradotta inizialmente nello sviluppo di due filoni fondamentali della scienza politica: uno legato allo studio della stabilità delle procedure democratiche e dei processi di democratizzazione; l’altro teso ad approfondire l’analisi del tipo di democrazia effettivamente vigente in un dato paese e, più specificamente, a determinare la qualità democratica conseguita dai singoli casi empirici.
Mentre il primo filone ha potuto trascurare la dimensione ideale della democrazia per concentrarsi esclusivamente sulla dimensione empirica (o procedurale), il secondo filone, peraltro composto da molti studiosi che precedentemente si erano soffermati sulla dimensione empirica1, ha preso le mosse dalla dimensione procedurale per mettere a punto un framework in grado di «misurare» la qualità democratica di ciascun paese.
A partire dagli anni ’90, si è aggiunto un terzo filone che ha iniziato a mettere in discussione il modello minimale di democrazia attraverso una serie di proposte volte a potenziare lo strumento partecipativo e a sganciare la dimensione procedurale dai vincoli territoriali.
Lo scopo principale di questo lavoro è ricostruire l’evoluzione della democrazia dalla culla (si legga Stato nazionale) alla tomba (come hanno sostenuto i più critici, cioè superamento delle barriere territoriali) attraverso l’analisi di questi tre filoni della scienza politica. Come si vedrà nel corso nei paragrafi successivi, uno degli aspetti fondamentali sul quale si è lungamente soffermata l’indagine politologica è rappresentato proprio dall’espansione della membership dei regimi democratici, ovvero della cittadinanza, intesa prima in termini di acquisizione dei diritti civili e politici e di allargamento del suffragio (democrazia minima), poi di riconoscimento effettivo di questi diritti (qualità democratica) e, infine, di potenziamento della partecipazione democratica a livello sovranazionale (democrazia cosmopolitica).
Damiano Palano, «Homo democraticus». Note per un ripensamento del rapporto tra cittadinanza e democrazia
Al di là di ogni considerazione sul suo valore artistico, la cinematografia di Frank Capra può essere senza dubbio considerata come uno dei più nitidi esempi delle strategie con cui l’industria di Hollywood contribuì a plasmare il mito dell’american dream negli anni della Grande Depressione e della Seconda Guerra Mondiale. Le pellicole del regista italo-americano – con l’immancabile happy end, che Capra riteneva addirittura un elemento «necessario alla nostra visione del mondo»1 – riproponevano infatti con indiscutibile efficacia i motivi della cultura politica americana che la crisi degli anni Trenta aveva in parte offuscato. Se nel pieno dello sforzo bellico i suoi documentari propagandistici Why We Fight avevano offerto alla società americana buone motivazioni per combattere, i suoi film procedevano in fondo nella medesima direzione, perché profilavano uno stile di vita e un modo di intendere le relazioni sociali diametralmente opposti a quelli proposti dalla Germania nazionalsocialista. E da questo punto di vista soprattutto il suo film più famoso, It’s a Wonderful Life (1945), una sorta di compendio del mondo di Capra, può essere considerato come davvero emblematico. Nella figura di George Bailey, e nel volto rassicurante di James Stewart, si può infatti ritrovare quasi il paradigma dell’homo democraticus americano. Perché la sagoma dello sfortunato protagonista di It’s a Wonderful Life, che nella notte di Natale decideva di togliersi la vita, esibiva effettivamente tutte le qualità di quel tipo umano che molti scienziati sociali nord-americani avrebbero considerato da quel momento come il più solido baluardo dei regimi democratici, e cioè lo spirito di iniziativa, l’ottimismo, l’intensa partecipazione alla vita comunitaria, la disponibilità ad aiutare i concittadini, oltre che naturalmente il rispetto per l’autorità.
Stefano Petrucciani, Cittadinanza e diritti sociali tra dimensione nazionale e prospettiva europea
Nella vastità del tema che è oggetto del nostro incontro, le brevi riflessioni che intendo proporre sono focalizzate attorno a una questione molto specifica, cioè quella della cittadinanza sociale e dei diritti sociali, con l’obiettivo si svolgere qualche considerazione su come il tema debba essere affrontato all’interno della teoria democratica e su come esso si ponga oggi nel rapporto tra costituzioni nazionali e dimensione europea.
Prima di entrare brevemente in argomento vorrei però sottolineare un paradosso che a me sembra caratterizzare (se la guardiamo dal punto di vista del filosofo politico, cioè dal punto di vista che io faccio mio), la situazione odierna: mentre la filosofia politica, a partire per esempio da John Rawls e Amartya Sen, ha sviluppato concezioni sempre più avanzate degli obiettivi di inclusione sociale che devono caratterizzare una società giusta, gli sviluppi politici effettivi sembrano andare in una direzione esattamente opposta, cioè verso una riduzione più o meno drastica di molte delle garanzie sociali (pur limitate) che si erano andate affermando nei decenni del secondo dopoguerra. È dunque anche a partire da questa situazione complessa che svolgerò il mio ragionamento.
Marina Calloni, Quale identità per l’Unione Europea? Per la costruzione di una cultura politica e di una politica culturale comune
Una delle questioni che ha maggiormente caratterizzato il dibattito nazionale e sovra-nazionale degli ultimi anni, non è stata tanto la riflessione sullo sviluppo dell’Unione Europea (Ue), bensì la constatazione della crisi di un progetto politico mai davvero compiuto, che si scontra con gli esiti infausti di crisi economiche, con il riaccendersi di nazionalismi protezionistici, con il tragico scenario di nuove guerre e con gli assetti strategici della geo-politica. L’Unione Europea si misura così con la realtà di Paesi membri che viaggiano a velocità diverse e che su questioni che dovrebbero essere di interesse comune vengono piuttosto a sostenere posizioni conflittuali, se non opposte.
Argomentando
Anna Rita Gabellone, Cosimo I. Dalla ragion di stato all’assolutismo
Questo studio intende ripercorrere il rilevante progetto politico realizzato nel Cinquecento da Cosimo I de’ Medici, attraverso le categorie poste in essere da Niccolò Machiavelli e Thomas Hobbes. Prima di rintracciare un denominatore comune tra questi autori, è doveroso ricordare che su tale argomento vi sono già pregevoli studi, ma chi scrive ritiene che le categorie utilizzare dagli autori sopra citati siano oggi importanti non solo sul piano teorico, ma anche sul piano della prassi, in ordine al superamento della crisi che la politica sta attraversando in gran parte del mondo contemporaneo.
Fascicolo 2/2014
[ISBN 978-88-6780-928-8]
Anche in questo numero della nuova serie degli “Annali” la temporalità delle diverse epoche storiche emerge, sia pure con diversi e originali temi e approcci. Difatti nella sezione Saggi si spazia dagli inizi dell’epoca moderna e dalla lettura originale di diverse tematiche presenti nel Cortegiano di Baldassarre Castiglione all’età della Restaurazione vista nell’ottica del legame tra il ‘veneziano’ Sebastiano Casara e Antonio Rosmini e agli anni dell’Italia unita considerati attraverso i caratteri salienti del pensiero e, in parte, dell’attività parlamentare di Ruggiero Bonghi. Mi voglio soffermare sull’Appendice al saggio sul Casara poiché contiene una serie di lettere conservate nell’Archivio dell’Istituto Cavanis di Venezia e in gran parte inedite. Si tratta di una fonte preziosa nella ricostruzione della lettura e della fortuna delle dottrine del Rosmini nella Venezia della Restaurazione. Oltre a ricavare con certezza che la Biblioteca dell’Istituto possedeva in gran parte le opere del Roveretano, alcune delle quali donate dal medesimo, si evince l’adesione del Casara e dell’Istituto Cavanis alle teorie rosminiane. E veniamo alla sezione personaggi del Novecento italiano dedicata a Piero Gobetti e Augusto Del Noce e stilata da Paolo Bagnoli, uno dei più sottili studiosi della figura di Gobetti, e da Giovanni Dessì, segretario dell’Istituto Don Sturzo di Roma. Bagnoli affronta la figura di Gobetti pa rtendo dalla sterminata bibliografia a lui dedicata e dalla sua continua presenza nella storiografia politica nazionale. Ne esalta la forte capacità critica che lo porta a cogliere, al di là del momento storico a lui contemporaneo, le specificità profonde di ogni argomento trattato ricavandone e confermando quella consapevolezza morale del proprio impegno di intellettuale organico all’idea e all’azione della libertà. Nel suo profilo del pensiero di Augusto Del Noce Dessì pone l’accento sull’originalità nel panorama culturale nazionale delle tesi sull’ateismo che sono una costante nelle riflessioni del filosofo pistoiese a partire dal saggio del 1931 L’unità della condotta e il principio di alterazione Riflessioni che diventano una compiuta teoria ne’ Il problema dell’ateismo del 1964. Spinto dalla necessità di trovare un pensiero cattolico in grado di reggere il confronto con la modernità, soprattutto in un’epoca difficile e controversa come quella dell’età della società opulenta e della secolarizzazione, giunge a ritenere insufficiente il solo impegno culturale nel dare risposte certe e operative alle sfide del mondo contemporaneo e degli estremismi conseguenti. Occorre coinvolgere le giovani generazioni e rigenerare l’azione del partito dei cattolici. Si tratta di concetti che fanno di Del Noce una figura controcorrente e scomoda non solo per la cultura cattolica. Anche la sezione Oikonomica concerne diverse epoche storiche e riguarda il XVI secolo con particolare attenzione alla Lombardia spagnola, alla Brescia d’Ancien Régime, agli anni Settanta del Novecento e all’attualità. Particolarmente ricco di suggestioni e ipotesi interpretative è il contributo di Pietro Nosetti su Sedi e succursali bancarie in Ticino ove, in un’analisi di lungo periodo che va dal primo Ottocento ad oggi, si ricostruisce il nascere, l’evoluzione, lo scomparire e il mutare degli istituti bancari nel Ticino. Completano questo fascicolo degli “Annali” le due sezioni Materiali Argomentando. Invito il lettore a soffermarsi sulle pagine dedicate a Uno sguardo ai confini nel quale i due autori, Michele Pellegrini e Giorgio Siboni, sottolineano la differenza tra frontiera e confine.
Sommario
Saggi
Diana Campóo Schelotto, La danza y el lenguaje de la virtud en El Cortesano de Baldassare Castiglione
Questo testo ha la finalità di mettere in luce la relazione tra la funzione etica e politica attribuita alla danza nel contesto dell’ideale cortigiano proposto da Baldassarre Castiglione nel suo Il Libro del Cortegiano (1528) e i principi in base ai quali questa era messa in pratica nelle corti principesche, partendo dalle descrizioni tracciate nei trattati di danza composti da maestri di danza italiani durante la seconda metà del XV secolo. Menzionata in modo non sistematico all’interno del libro, la danza si inserì nel modello cortigiano di Castiglione in quanto forma di svago tipica dell’aristocrazia cavalleresca, nonché per aver adottato gli ideali etici ed estetici del classicismo, che determinarono sia i suoi aspetti formali, sia la sua funzione nel mondo della corte.
Natascia Poloni, Sebastiano Casara e Antonio Rosmini. Un percorso di ricerca nella fortuna del pensiero rosminiano nella Venezia della restaurazione
Il presente contributo si prefigge precipuamente di comprendere il percorso che ha condotto il Casara ad avvicinarsi alla filosofia di A. Rosmini. L’amicizia tra il fonda- tore dell’Istituto di Carità e i fondatori della Congregazione delle Scuole di Carità è importante per comprendere l’avvicinamento del Casara alla filosofia dell’abate di Rovereto. Il percorso di ricerca compiuto tratteggia alcune relazioni con perso- naggi che hanno influito sulla clima culturale del Lombardo Veneto. La cultura cattolica del Veneto austriaco trovava impulso anche nei legami di amicizia che si instauravano tra personalità di rilievo della realtà veneta con il Rosmini, trovando di conseguenza un ambiente favorevole per la diffusione del suo pensiero. Nel 1832 Rosmini giunse all’Istituto Cavanis in compagnia del Mellerio, mentre nel 1838 P. Marco Cavanis iniziò un viaggio accompagnato dal Casara quando, a casa del Mel- lerio, incontrò il Rosmini che fece omaggio delle sue opere all’Istituto veneziano. Tale donazione rappresenta una forma di rosminianesimo diretto. Successivamente i libri del Rosmini venivano mandati a Venezia su richiesta del Casara e come ge- neroso dono dell’abate. La stesura dello Zibaldone filosofico nell’ottobre del 1838 delinea il tipo di studio che il Casara aveva compiuto sui testi regalati dal Rosmini pochi mesi prima, esso diventa il “campo” di ragionamento e sistemazione delle riflessioni del Nostro, mostrandosi un documento prezioso al fine di questo studio.
Antonio Campati, Tracce di ‘scienza politica’. Alcuni lineamenti del pensiero di Ruggiero Bonghi
Personaggi del Novecento italiano
Paolo Bagnoli, Piero Gobett
Una riflessione critica sulla figura e sul pensiero di Piero Gobetti(1901-1926),un vero e proprio “caso” culturale e politico, la cui lezione morale, intellettuale e storica continua a parlare, generazione dopo generazione, all’intellighentzia ita- liana sulle ragioni strutturali della crisi nazionale.
Giovanni Dessì, Augusto Del Noce
Questo scritto tenta di individuare l’originalità del pensiero di Del Noce nel panorama culturale e politico dell’Italia del secondo Novecento. Nell’Italia degli anni Cinquanta, Del Noce pose una domanda radicale alla concezione allora dominante della storia della filosofia e criticò l’idea che il percorso della riflessione si dovesse svolgere necessariamente dalla trascendenza all’immanenza. Inoltre egli criticò il legame tra questa idea dello sviluppo della riflessione filosofica ed una precisa interpretazione della storia contemporanea, fondata sull’antitesi radicale tra fascismo e antifascismo, tra tradizione e modernità.
Oeconomica
Emanuele C. Colombo, Generating municipal debt in 17th century. On the frontier of Spanish Lombardy
Questo articolo si occupa del problema dell’indebitamento delle comunità rurali nella Lombardia spagnola del Seicento, analizzato attraverso alcuni casi di studio. Anzitutto, si concentra sulle ragioni per cui il debito fu prodotto, che sono da rin- tracciarsi in particolare nella crescita delle richieste fiscali relative agli alloggiamenti militari. Questi ultimi erano peraltro gestiti finanziariamente per mezzo di un com- plesso sistema conosciuto come “Egualanza”, che funzionava come una camera di compensazione tra gli enti locali. In secondo luogo, esso studia alcune strategie locali adottate contro l’indebitamento da parte delle comunità, a fronte di iniziative statali che non furono in grado di incidere sul problema (se non per quanto riguar- da un contenimento, peraltro relativo, dei tassi di interesse). Infine, si mostra attra- verso alcuni esempi l’uso che poteva essere fatto del debito locale. La ricostruzione qui operata mostra che i titoli del debito pubblico non devono essere concepiti nei termini di una risorsa inattiva, poiché la loro rendita era impiegata per finanziare attività di vario tipo, che andavano da varie forme di carità fino alle pratiche rituali.
Andrea Salini, Formazione professionale e mondo imprenditoriale Alto Milanese negli anni settanta del Novecento: il progetto “Alternanza scuola-lavoro” del CFP di Gallarate
Gli anni Settanta rappresentarono un momento di grande novità per la formazione professionale con la nascita delle Regioni, alle quali venne riconosciuto il diritto di legiferare in tale ambito. Un ruolo pioneristico venne svolto dalla Lombardia, dove furono avviate alcune significative sperimentazioni formative. Un esempio fu il Progetto Pilota “Alternanza Scuola-Lavoro” realizzato in collaborazione tra Regione Lombardia, CFP di Gallarate e l’Associazione Industriali di Gallarate. Il progetto introdusse importanti novità come il lavoro di gruppo, il superamento della divisione rigida in anni scolastici uguali per tutti, sostituita da una formazione per moduli, e soprattutto un periodo di alternanza scuola-lavoro, che stabilì un intreccio quotidiano tra due mondi, fabbrica e scuola, tradizionalmente separati. In generale, le sperimentazioni avviate in quegli anni su tutto il territorio lombardo rappresentarono una significativa novità nel modo di affrontare il tema della scuo- la, come problema riguardante l’intero sistema formativo, una politica attiva della manodopera, una diversa qualità dello sviluppo.
Marco Dotti, «Abbracciare l’incontro» Finanza e relazioni nella Brescia d’ancien régime
L’effetto esercitato da un confine politico sulla formazione e l’interazione dei sistemi bancari locali ha finora ricevuto scarsa attenzione da parte degli storici. Eppure il concetto di ‘frontiera’ appare particolarmente appropriata al fine di capire come alcuni sistemi di credito sono stati in grado di svilupparsi, grazie ad alcuni vantaggi connessi alla presenza di un ‘confine’. In tal senso, il caso del confine svizzero-italiano, tra il Ticino e la provincia di Como, è di particolare importanza per le peculiari dinamiche evolutive dei loro sistemi bancari. La stretta interconnessione tra le due aree tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, frutto della progressiva crescita del commercio e delle relazioni monetarie tra Italia e Svizzera, attirò le mire espansionistiche delle grandi banche estranee al territorio e legate ai centri finanziari di Milano e della Svizzera centrale. Il saggio rappresenta un primo tentativo di affrontare tali questioni, ricostruendo i primi passi dei sistemi bancari di Como e del Ticino, i quali si posero all’incrocio tra ‘locale’ e ‘globale’.
Pietro Nosetti, Sedi e succursali bancarie in Ticino: tendenze e mutamenti strutturali fra Lugano e altri centri decisional
L’evoluzione lungo un ampio periodo di tempo delle sedi e delle succursali bancarie in Ticino, marcata dall’alternanza di fasi d’incremento con periodi di ristrutturazioni e di ridimensionamenti, permette di comprendere l’emergere di talune caratteristiche proprie al settore bancario ticinese. Il centro finan- ziario di Lugano, emerso durante la forte espansione nella seconda metà del Novecento trainata dall’arrivo di capitali italiani, ha del resto potuto eviden- ziarsi sul piano nazionale.Tuttavia, proprio le forze trainanti di questo sviluppo, attraendo le grandi banche svizzere e gli istituti esteri, ha contribuito ad uno spostamento del potere decisionale, al di fuori dei confini cantonali. Il centro ticinese si è così trovato in una posizione di dipendenza dai centri nazionali e anche da quelli esteri. Questa situazione, sviluppatasi nel tempo, trova origini all’inizio del secolo scorso durante una fase di trasformazione del settore. Un breve confronto con il caso di Ginevra permette di trarre alcune osservazioni utili alla comprensione di un centro finanziario che pur sviluppandosi rimane, sul piano nazionale, in posizione arretrata. L’articolo affronta in dettaglio le variazioni avvenute attraverso il sorgere in Ticino di nuovi istituti bancari e la loro, in parte, scomparsa.
Material
Claudio Passera, Un teatro di carta. Gli incunaboli milanesi di Terenzio e Plauto
Questo contributo prende in esame l’elevato numero di edizioni delle comme- die di Terenzio e di Plauto impresse a Milano negli anni 1474-1500, al fine di verificare da un lato le ragioni di una produzione tipografica tanto consistente, e dall’altro a quale pubblico essa si rivolgesse, la sua incidenza sul mercato librario cittadino, e il suo eventuale rapporto con la coeva cultura teatrale della corte sforzesca. L’analisi di alcuni esemplari degli incunaboli ne ha messo in luce la de- stinazione principalmente scolastica, legata agli insegnamenti di Giorgio Merula e Giovan Battista Pio presso lo Studio di Pavia e le Scuole Palatine di Milano. Diverse evidenze la confermano: l’adozione di una veste editoriale molto sempli- ce, l’assenza di illustrazioni, il continuo aggiornamento filologico dei commenti ai testi e i contenuti esplicativi delle lettere di dedica. I risultati emersi dalla disami- na di tutti questi dati inducono a escludere una relazione tra le stampe milanesi delle commedie latine e la voga del loro allestimento teatrale che, negli stessi anni, animava la scena italiana, se pur con modalità e scopi differenti, fra Firenze, Roma e Ferrara
Paola Sverzellati, Vestigia lodigiane e altre tracce della biblioteca del cardinale Giuseppe Renato Imperiali
La Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi conserva un Breviarium Parisiense (Parigi 1714), un tempo appartenuto al cardinale Giuseppe Renato Imperiali, importante funzionario dello stato pontificio. La ricerca in cataloghi on line consente oggi di recuperare molti esemplari provenienti da quella ragguardevole raccolta librario romana.
Argomentando
Michele Pellegrini – Giorgio Federico Siboni, Uno sguardo ai confini. Occidente e oriente nelle vicende italiane
Le terre dove corre il confine italo-francese sono state per luoghi di passaggio, di incontro tra culture e identità religiose diverse, centro di una dominazione di Antico Regime che fu uno Stato di passo con possedimenti di qua e di là dalle Alpi. Per gli uomini delle valli del Piemonte occidentale, la Francia fu terra di emigrazione per divenire nemica con la Seconda Guerra Mondiale. I trattati di pace del 1947 modificarono i confini e i rapporti tra Italie e Francia. Il Confine orientale italiano permane come esempio complesso di un territorio soggetto a rivendicazioni nazionali diverse e per questo di difficile demarcazio- ne all’interno della propria realtà etnica, umana e culturale.
Fascicolo 1/2013 – 1
[ISBN 978-88-6780-061-2]
Continuando, comunque nelle sue linee generali, la tradizionale suddivisione in Saggi, Personaggi del Novecento e Materiali, questo numero presenta al suo interno dei mutamenti che riguardano proprio la sezione Materiali. Difatti si è deciso di dare spazio alla pubblicazione di Atti di Convegni sostenuti e patrocinati dal Dipartimento e da altre istituzioni onde favorirne la diffusione in quanto spesso oggetto di ricerche nuove o aperte a temi poco noti o non ancora approfonditi o a prime riflessioni su figure significative della cultura storica e politica italiana e non. Inoltre si è ulteriormente affinata la parte dedicata a Argomentando, scegliendo tra i vari temi proposti al Comitato scientifico quelli giudicati più originali o più dibattuti, anche perché collegati alle canoniche ricorrenze storiche. Infine si è venuta ad aggiungere una nuova sezione, titolata Oekonomica e coordinata dal professor Pietro Cafaro, ordinario di Storia economica del Dipartimento. I profili di Luigi Sturzo, curato da Nicola Antonetti, presidente dell’Associazione italiana degli storici delle dottrine politiche, e di Giovanni Spadolini, stilata da Cosimo Ceccuti, direttore della “Nuova Antologia” forniscono interessanti e originali spunti per approfondire la ricostruzione dei personaggi e delle idee del nostro Novecento.
Sommario
Saggi
Daniele Montanari, Il credito nel borgo. Banchi ebraici e Monti di pietà a Ostiano
Il borgo di Ostiano era feudo della famiglia Gonzaga. Nel corso del XV secolo vi si stanziò una numerosa Comunità ebraica, rinforzata dall’immigrazione correligionaria proveniente dal Milanese, dopo l’espulsione voluta da Filippo II. I banchieri ebrei di Ostiano facevano prestiti a tassi favorevoli sia alle popolazioni del circondario che alla nobile famiglia Gambara. A metà Cinquecento, per “morigerarne le usure”, la Comunità borghigiana eresse un Monte di pietà. Le due realtà creditizie convissero con alterne fortune per l’intera età moderna. Nel 1760 l’imperatrice Maria Teresa decretò la chiusura dell’ultimo banco pubblico ebraico nelle terre del Mantovano, gestito proprio a Ostiano dalla famiglia Frizzi. Per compensarne la carenza creditizia venne eretto un secondo Monte di pietà, da affiancare a quello già operativo. Si tratta di un caso di doppia presenza pressoché unico in un borgo di poche migliaia di abitanti.
Luca Ceriotti, Repubblica e virtù, Utica e Lesbo: Vincenzo Sgualdi nel pensiero politico del secolo barocco
Riflettendo attorno allo sviluppo del pensiero politico di Vincenzo Sgualdi (1580c.-1652), autore per molti versi tipico della riflessione sui temi della ragion di stato degli scrittori cassinesi del pieno secolo barocco, si cerca in questa sede di metterne in rilievo i molteplici punti di contatto con numerose aree culturali (Venezia, Genova e Bologna per esempio) con cui egli anche per ragioni biografiche risulta essere stato in più forte relazione. Ciò consente di ricostruirne una linea di ascendenza risalente quantomeno all’ultimo Cinquecento e che trova, in un duplice sistema di rimandi sia interno alle esigenze di governo della propria congregazione religiosa, sia esternamente rivolto alla ‘media’ cultura laica del momento, in Angelo Grillo un originale stimolo in ambito benedettino e in Giusto Lipsio la più forte impronta di carattere generale.
Rocco W. Ronza, Appunti per un modello della modernizzazione politica della “periferia occidentale”: dalle Rivoluzioni atlantiche alla genesi dello Stato liberale
L’articolo presenta in forma abbozzata un modello teorico che mira a integrare l’influenza dei “fattori esterni” nella storia dei regimi politici modernocontemporanei, su cui ha richiamato l’attenzione la storiografia transnazionale, con la teoria della modernizzazione utilizzata tradizionalmente nello studio comparato dello “sviluppo politico” e della democratizzazione. Il percorso che conduce alla formazione dello Stato liberale nella “periferia occidentale” (Belgio, Paesi Bassi, Svizzera, Italia, Canada e Sudafrica) è ricondotta alla rottura delle strutture di antico regime causata dall’espansionismo francese, britannico e americano tra la guerra dei Sette anni e la fine delle guerre napoleoniche. Il riflusso dell’“imperialismo atlantico” dopo il 1815 lascia dietro di sé una rete di élite borghesi che si considerano parte integrante del progetto civilizzatore della modernità liberale. I “progetti nazionali” elaborati da queste élite , basati sul modello del governo costituzionale e parlamentare, si concretizzano tra il 1840 e il 1873 nell’istituzione della “prima ondata” di regimi liberali moderni.
Personaggi del Novecento italiano
Nicola Antonetti, Luigi Sturzo
Tra i principali protagonisti della storia del Novecento italiano, Luigi Sturzo fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano nel 1919. Costretto all’esilio nel 1924 dopo l’avvento del Fascismo, tornò in Italia nel 1946 e fu eletto senatore nel 1952. L’Autore riflette sul ruolo di religioso, politico e intellettuale di questa importante figura.
Cosimo Ceccuti, Giovanni Spadolini
Il saggio riflette in modo critico sulla biografia politica di Giovanni Spadolini. Leader del Partito Repubblicano (PRI) dal 1979 al 1987, fu il primo presidente del Consiglio dei ministri del Dopoguerra che non provenisse dalle fila della Democrazia Cristiana. L’Autore si focalizza sul suo ruolo politico e sulla sua attività di giornalista e storico.
Oeconomica
Pietro Cafaro, Le Centre et la Périphérie. Le passage stratégique du Simplon
Strade, ponti e galleria sono tra i principali protagonisti dello sviluppo economico di una Nazione, unitamente alle banche e alla finanza. In queste pagine l’Autore riflette sul passaggio strategico del Sempione a partire dall’età napoleonica fino agli inizi del XX secolo, e su come la Svizzera sia al centro di importanti zone europee: Baden-Württemberg, Lombardia e Rhône-Alpes. La Confederazione, infatti, costituisce un luogo naturale di raccordo tra due economie mondo di livello inferiore l’una al servizio dell’altra: una gravitante su Parigi e l’altra su Milano. La galleria del Sempione rappresenta uno dei punti fondamentali di unione di queste due economie.
Enrico Berbenni, Banking systems on the border. Italy and Switzerland under the Latin Monetary Union (late 19th-early 20th centuries)
L’effetto esercitato da un confine politico sulla formazione e l’interazione dei sistemi bancari locali ha finora ricevuto scarsa attenzione da parte degli storici. Eppure il concetto di ‘frontiera’ appare particolarmente appropriata al fine di capire come alcuni sistemi di credito sono stati in grado di svilupparsi, grazie ad alcuni vantaggi connessi alla presenza di un ‘confine’. In tal senso, il caso del confine svizzero-italiano, tra il Ticino e la provincia di Como, è di particolare importanza per le peculiari dinamiche evolutive dei loro sistemi bancari. La stretta interconnessione tra le due aree tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, frutto della progressiva crescita del commercio e delle relazioni monetarie tra Italia e Svizzera, attirò le mire espansionistiche delle grandi banche estranee al territorio e legate ai centri finanziari di Milano e della Svizzera centrale. Il saggio rappresenta un primo tentativo di affrontare tali questioni, ricostruendo i primi passi dei sistemi bancari di Como e del Ticino, i quali si posero all’incrocio tra ‘locale’ e ‘globale’.
Atti della Giornata di Studio in Memoria di Salvo Mastellone
Robertino Ghiringhelli, Lea Campos Boralevi, Lorenzo Ornaghi, Anna Maria Lazzarino Del Grosso, Arturo Colombo e Nicola Antonetti, collaboratori e colleghi del prof. Salvo Mastellone si sono riuniti a convegno a Milano (7-9 novembre 2012) per ricordare l’amico, la sua figura umana e scientifica e il suo grande contributo allo sviluppo della Storia del pensiero politico. Mastellone è stato un maestro della ricerca storica, rivolta a diversi ambiti, e fatta con paziente lavoro sulle fonti documentarie. Grazie alla sua attività la storia della democrazia ha superato è stata proiettata in ambito nazionale ed europeo. Mastellone ha saputo creare reti di relazioni con illustri studiosi e ha dato vita a un progetto importante come la rivista “Il Pensiero politico”.
Robertino Ghiringhelli, Atti della Giornata di Studio in Memoria di Salvo Mastellone (Introduzione)
Lea Campos Boralevi, Salvo Mastellone (1920-2012)
Lorenzo Ornaghi, Giornata di studi in onore di Salvo Mastellone
Anna Maria Lazzarino Del Grosso, La Storia della democrazia in Europa di Salvo Mastellone
Arturo Colombo, Mastellone interprete di Mazzini
Nicola Antonetti, Giornata di studi in onore di Salvo Mastellone
Atti Giornata di Studio Dal Pozzo | Da Moncalvo all’Italia, dall’Italia all’Europa
Vengono qui raccolti gli atti della Giornata di studio organizzata a Moncalvo il 24 settembre 2011 dedicata alla figura di Ferdinando Dal Pozzo e alla sua famiglia, personaggio molto interessante quanto poco conosciuto dagli storici, vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento e tra i protagonisti dell’età napoleonica non solo in Piemonte, ma a livello internazionale. L’integrazione del Piemonte nell’Impero napoleonico aprì alle diverse élites locali la possibilità di costruire interessanti carriere politiche nell’amministrazione francese. In tal senso Ferdinando Dal Pozzo rappresenta un esempio originale di individuo dalle doti eccezionali che seppe sfruttare al meglio ciò che l’Impero napoleonico seppe offrirgli, riuscendo anche a mantenere un ruolo importante durante gli anni della Restaurazione. Egli può essere considerato un personaggio simbolo per la sua epoca, assimilabile, per molti versi, alle carriere di altri funzionari vissuti nei territori occupati dai francese di Napoleone. Tra i diversi saggi Anan Serralunga Bardazza ha ricostruito le vicende biografiche del personaggio, la cui carriera politica è stata invece analizzata da Michael Broers. La relazione di Pierangelo Gentile ha invece sondato l’originalità dei suoi scritti politici, contestualizzandoli al dibattitto del periodo della Restaurazione. La collocazione della famiglia Dal Pozzo nel contesto di Moncalvo e del Monferrato è stata invece analizzata da Alice Blythe Raviola e Alessandro Alemanno, mentre Cinzia Cremonini si è soffermata sulle figure femminili della famiglia Dal Pozzo tra XVI e XVIII secolo. Laura Facchin e Antonella Chiodo hanno fatto luce, più in generale, sugli interessi collezionistici della famiglia, soprattutto in età napoleonica, e sulla sensibilità storica artistica di Ferdinando Dal Pozzo.
Cinzia Cremonini, Atti della Giornata di Studio: I Dal Pozzo. Da Moncalvo all’Italia, dall’Italia all’Europa (Presentazione)
Anna Maria Bardazza Serralunga, Carte e memorie. L’Archivio Dal Pozzo di Castellino e San Vincenzo
Alice Raviola, I Dal Pozzo. Dal Monferrato gonzaghesco al Piemonte sabaudo
Alessandro Allemano, L’élite moncalvese tra età moderna e contemporanea
Michael Broers, Ferdinando Dal Pozzo: a Piedmontese Notable at the Heart of Napoleonic Europe, 1800-1814
Pierangelo Gentile, Gli scritti politici di Ferdinando Dal Pozzo
Cinzia Cremonini, I Dal Pozzo di Moncalvo: figure di mogli, madri, sorelle tra Antico Regime e Restaurazione
Antonella Chiodo, Il collezionismo di opere di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e della figlia Orsola Maddalena: il caso della collezione Dal Pozzo
Laura Facchin, Giuseppe Maria Ferdinando Dal Pozzo tra tutela e interessi collezionistici nella Torino napoleonica
Argomentando
Elena Riva, Digital Humanities e Digital History: una nuova cittadinanza dei saperi
L’articolo si concentra sulle importanti conseguenze culturali e metodologiche che l’avvento della Rete ha provocato nello sviluppo delle scienze umanistiche e in particolare nelle modalità della ricerca storica. Mediante l’analisi sulle Digital Humanities e la Digital History si vuole evidenziare l’importante ruolo che gli umanisti possono giocare nella vita pubblica e nella diffusione del sapere, se solo sapranno cogliere la sfida che questo passaggio paradigmatico loro pone, ovvero quella di diventare e formare umanisti digitali.